ROMA – Alla Festa del Cinema di Roma arriva Meryl Streep: tre volte premio Oscar, attrice e produttrice cinematografica statunitense. Una delle più amate interpreti della storia del cinema, candidata per ben 19 Premi Oscar, ha più nomination di ogni altro attore o attrice nella storia, vincendo come migliore attrice non protagonista per Kramer contro Kramer e migliore attrice protagonista sia per La scelta di Sophie che per The Iron Lady. Non solo, detiene il record di 28 candidature ai Golden Globe, vincitrice di due Screen Actors Guild Awards, due Emmy Awards, un Prix al Festival di Cannes, due Premi BAFTA, un Orso d’oro alla carriera e un Orso d’argento al Festival di Berlino. Ha ricevuto il premio AFI Life Achievement e il Kennedy Center Honor per il suo contributo alla cultura americana attraverso le arti dello spettacolo. Ripercorrendo la sua carriera, chi avrebbe mai pensato che a 12 anni aveva preso lezioni di canto, con l’intenzione di diventare soprano.
Meryl, all’Auditorium Parco della Musica di Roma ha presentato il suo nuovo film, Florence Foster Jenkins di Stephen Frears, che la vede protagonista assieme a Hugh Grant. Il film è ambientato nella New York del 1944, dove l’ereditaria Florence Foster Jenkins è la protagonista dei salotti dell’alta società, insieme al marito inglese St.Clair Bayfield. Intrattiene i suoi ospiti con performance canore, convinta di saper cantare si mette in ridicolo con una voce orribile. Il marito fa di tutto per proteggerla e non vuole che lei sappia della sua voce orrenda. Ma quando Florence dovrà esibirsi in un concerto alla Carnegie Hall, il marito si troverà in grande difficoltà non avendo il potere di controllare tutti gli invitati.
Alla conferenza stampa dell’anteprima del film, l’attrice hollywoodiana ha detto:«Non ho mai interpretato un ruolo come questo, ho fatto una preparazione significativa per poter cantare nel modo migliore possibile con il personaggio di Florence. Lei doveva sentire la sua voce cantare, come se in realtà non fosse stonata. Ricordo di un compositore americano George G. che quando suonava per noi era stonato, ma in realtà lui sentiva le note giuste, così come quello che doveva sentire Florence nella sua testa».
Marcello Strano
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