L’attrice italiana inaugurerà la cerimonia di apertura e di chiusura il 17 e il 28 maggio della 70 esima edizione del Festival del Cinema di Cannes, la cui giuria sarà guidata dal regista Pedro Almodovar.
Monica Bellucci è diventata ormai una veterana del festival: nel 2000 l’attrice ha presentato Suspicion di Steven Hopkins. Due anni dopo si è trovata nel mirino di una polemica indimenticabile per una pellicola piuttosto osé: Irreversible, diretta da Gaspar Noè. Successivamente, è entrata a far parte della giuria guidata da Wong Kar Wai per poi far parte, qualche anno più tardi, del set del film Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana nel 2008. L’anno successivo è apparsa in Non ti Voltare, thriller psicologico diretto da Marina De Van, e infine, nel 2014, in Le meraviglie di Alice Rohrwacher, che è riuscito a conquistare il Grand Prix de la jurie.
Quella di Monica è una carriera cinematografica piena di successi dovuta non solo alla sua innegabile bellezza, ma anche al suo incredibile talento e alla grande versatilità nell’interpretare sia ruoli di commedia che ruoli drammatici con molta espressività. L’attrice umbra, 52 primavere nella carta d’identità e quasi trent’anni di carriera alle spalle, ha esordito con Vita da figli di Dino Risi, una miniserie degli anni ’90 e si è rivolta a molti grandi registi di fama internazionale: Francis Ford Coppola, Mel Gibson, Giuseppe Tornatore, Larry e Andy Wachowski, Spike Lee, Terry Gilliam, Sam Mendes, Paolo Virzì, Daniele Thompson e Emir Kustutica.
Oggi, la Bellucci divenuta di nuovo madrina del Festival di Cannes, ha raccontato in un’intervista rilasciata a Dagospia di come vive l’amore, la sessualità e le sue relazioni passate. «Quando sono presenti dei figli in un rapporto – ha rivelato l’attrice – devi sempre fare in modo che ci sia del rispetto perché è proprio questo che mantiene viva una relazione. Però posso dire che mi sto dedicando alla mia intimità di donna. C’è una pellicola che parla di questo ed è quella di Gaspar Noè, con cui ho già collaborato per Irreversible, che posso definire un film pornografico che racconta dell’amore e della difficoltà di gestire i sentimenti che si provano per una persona e le pulsioni sessuali che vengono provocate dagli altri. Il piacere sessuale può portare a dei desideri che alcune volte sono contraddittori con l’amore per un’altra persona e che spesso non coincidono con il rispetto. E’ piuttosto difficile mettere insieme tutto questo e lo dico da donna che è stata sia carnefice che vittima di tradimenti, che ha amato ed è stata amata e che è stata utilizzata in passato come un premio. Insomma, penso proprio che sia un grande problema governare il cuore e sessualità».
Katia Di Luna
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