Malarazza del regista e produttore Giovanni Virgilio: quando ogni strada può essere un confine tra ultimi e penultimi…
Al cinema vi aspetta il nuovo film Malarazza, una storia di periferia di Giovanni Virgilio con Stella Egitto, distribuito da Mariposa Cinematografica e prodotto da Movie Side e Xenon Produzioni Cinematografiche in collaborazione con Studi Cinematografici Siciliani. Ambientato nella città di Catania, nei sobborghi più disagiati del quartiere di Librino e in quello del centro di San Berillo, è un film che ci porta dritti nel mondo della triste realtà della periferia siciliana.
Il film, racconta la storia di una giovane madre, interpretata da Stella Egitto e Antonino Frasca Spada nella parte del figlio Antonino, un talento emergente che, assieme al fratello della donna, un transessuale di nome Franco interpretato da Paolo Briguglia, sono vittime di un sistema di potere malavitoso rappresentato da David Coco nella parte di Tommasino Malarazza e Pietro, detto U porcu, dall’attore Cosimo Coltraro. Malarazza è il classico esempio di un cinema d’autore che non vuole essere solo spettacolo, ma offrire spunti di riflessione quanto mai necessari su uno dei tanti luoghi al margine che in attesa di un rinnovamento culturale, troviamo solo un agglomerato di casermoni in cui la disoccupazione giovanile raggiunge percentuali senza pari.
In questo ritratto di un’umanità disperata, la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale. Le musiche che accompagnano l’intero film è un mix di generi dal rap, alla bossanova, per giungere fino al neomelodico. Le musiche composte da Giuliano Fondacaro, che detta i tempi e il ritmo all’incedere narrativo. Amalgamandosi anche con la voce della popolarissima Arisa che – per la prima volta canta in portoghese il brano O pensamento de você.
Il regista, ci spiega: «il film ci fa riflettere su quanto le periferie siano parte integrante delle città e che lo stato di degrado in cui sono lasciate non fa altro che aumentare ingiustizie e microcriminalità. Malarazza è una denuncia delle condizioni delle periferie urbane al fine di riflettere sulla crisi della legalità nelle aree più marginali. Le amministrazioni locali cercano di ricucire gli strappi fra le periferie e il resto della città, ma le altre istituzioni restano a guardare. Come scriveva Italo Calvino, anche le più drammatiche e le più infelici tra le città hanno sempre qualcosa di buono. Quel qualcosa, però, dobbiamo scoprirlo e alimentarlo. Solo così avremo città migliori».
Marcello Strano
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