Anche quest’anno si è concluso a Bologna il Children Book Fair, uno dei più importanti expo librai a livello mondiale, ormai arrivato alla sua 54esima edizione. L’appuntamento leader nel campo dell’editoria per ragazzi si è svolto nel capoluogo emiliano fra il 3 e il 6 aprile nella cornice di BolognaFiere, accogliendo, in oltre 20mila metri quadrati, più di 3mila espositori provenienti da 75 paesi del mondo. Sei i continenti presenti, con Catalogna e Isole Baleari ospiti d’onore. Il giorno finale è stato, poi, suggellato dalla premiazione dei due vincitori del Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2017.
Due categorie distinte per fascia di età, due libri, due protagonisti, una sola caratteristica comune: la storia. Vincitore del premio per la categoria 11-15 anni, con 79 voti ottenuti, è stato il giornalista Luigi Garlando con L’estate che conobbi il Che, mentre nella categoria 6-10 anni è David Cirici, celebre autore catalano di libri per ragazzi e sceneggiatore Tv e pubblicitario, a trionfare con il romanzo Muschio. Entrambi, votati da una giuria composta da lettori e lettrici fra i 6 e i 15 anni provenienti da sessanta scuola primarie e secondarie di tutta la Penisola, hanno ricevuto un assegno di cinquemila euro che nel caso di Cirici è stato consegnato anche al traduttore del libro. Alla seconda edizione del Premio Strega Ragazzi e Ragazze hanno partecipato 88 libri, candidati nelle due categorie di concorso e a ottobre sono stati selezionati dal Comitato scientifico del Premio, allora ancora presieduto da Tullio De Mauro, i cinque finalisti. È stata, invece, la fase finale, la scelta dei vincitori, ad essere completamente delegata alle nuove generazioni di lettori. Tutte le votazioni sono avvenute elettronicamente, attraverso il sito della Fondazione Bellonci, organizzatrice del Premio: per quanto riguarda la categoria 6-10 anni sono state le maestre, una per classe, a palesare le preferenze dei propri giovanissimi lettori, mentre nella categoria 11-15 i ragazzi hanno votato singolarmente.
«È l’estate del 2014. I Mondiali di calcio sono appena cominciati e Cesare sta per festeggiare il suo dodicesimo compleanno nella villa in cui vive con il padre, amministratore delegato di un’azienda di arredamento, la madre, medico chirurgo di fama, e la sorella, che studia economia e fa la fashion blogger. Oltre la collina abita il nonno, a cui il papà non parla più, ma che per Cesare è una colonna. Solida come i mobili che nascono dalle sue mani e che fanno di lui “il più abile poeta del legno apparso sulla terra, dopo San Giuseppe”. Quando il nonno non si presenta alla festa, Cesare ha un brutto presentimento, così inforca la bici e corre a cercarlo a casa. Appena in tempo per vederlo trasportato su un’ambulanza. Sconvolto, Cesare nota, un attimo prima che lo portino via, il tatuaggio che il nonno ha sulla spalla. Chi è l’uomo con la barba?»
Il libro, vincitore nella categoria +11, è edito da Rizzoli e si presenta al giovane pubblico come un racconto sentito e appassionante della vita di Ernesto Che Guevara. Nella cornice di una Brianza in cui le fabbriche chiudono e gli operai scendono in piazza a protestare contro i licenziamenti, Cesare, dodicenne sveglio, figlio di un ricco industriale e da sempre orgoglioso dei suoi privilegi, si troverà a riscoprire, attraverso le parole del nonno, l’importanza di una storia ormai lontana, ma che racchiude in sé i valori di solidarietà e impegno civile. «È un libro quasi scritto a tavolino, nato dal fatto che per molti il Che è una sorta di scatola vuota, un’icona di cui però nel dettaglio non si sa bene che cos’abbia fatto. Credo che ai ragazzi sia interessato soprattutto l’aspetto avventuroso, anche se mi piacerebbe che, come il protagonista, anche per loro valesse una lezione, quella che Che Guevara scrive nell’ultima lettera ai figli, prima di partire per la Bolivia: “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”» ha spiegato Garlando.
«Muschio, cane nero dal pelo riccio e dal buon fiuto, ha sempre vissuto insieme ai suoi due amatissimi padroncini, Janinka e Mirek. Ma quando scoppia la Guerra e una bomba colpisce la loro casa distruggendola in un attimo, si ritrova solo al mondo senza un posto dove andare, alle prese con situazioni difficili, nuove e pericolose, molto diverse dalla sua vita precedente. Conserva tuttavia il ricordo dell’odore dei bambini e di quell’amicizia che li ha uniti in modo così forte. Muschio si ritrova precipitato in una sequenza infinita di avventure imprevedibili – prigioni, fughe, belve feroci e uomini ancora più feroci – ma non si dà mai per vinto. Insieme a una banda di nuovi amici randagi, imparerà cosa significano il valore dell’amicizia e il dolore di una perdita, ma soprattutto che non bisogna mai perdere la speranza. Come quella di ritrovare, un giorno, Janinka e Mirek»
Il romanzo di Cirici è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Il Castoro nella traduzione di Francesco Ferrucci, anche lui premiato venerdì scorso. Il punto di vista adottato dallo scrittore catalano è quello di un cane, Muschio, dal pelo nero e riccio e dall’ottimo fiuto, che con l’avvento della guerra si vede strappare via la sua famiglia, i padroni e i bambini che giocavano e gli facevano le coccole. Rimasto solo dopo un bombardamento si lega ad altri cani randagi e in particolare ad un uomo che aiuterà poi a scappare da un campo di prigionia. Alla fine l’insolito protagonista peloso riuscirà a salvarsi e a ritrovare i bambini che amava.
«Vorrei abbaiare dalla felicità» è stato il commento dell’autore.
Francesca Santi
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