Martedì 6 dicembre 2016 ONO arte contemporanea ha presentato il volume “La storia delle mie tette” . Oltre all’editore Jacopo Costa Buranelli era presente anche la Professoressa Maria Carla Re, rappresentante del Comitato Regionale Emilia-Romagna dell’associazione Susan G. Komen Italia, che si occupa di tumore al seno. Durante la presentazione, l’autrice Jennifer Hayden è intervenuta via Skype.
BOLOGNA — ONO Arte Contemporanea ha presentato martedì 6 dicembre 2016 il libro di Jennifer Hayden, La storia delle mie tette, durante un incontro con i lettori. Dopo essere stato nominato tra i migliori libri del 2015 da New York Times, Amazon, GQ e Forbes, Edizioni BD l’ha portato in Italia all’interno della collana Psycho Pop, una collana di graphic novel non convenzionali che vanta tra i suoi più recenti successi: Blue, Condizioni, Marbles, Sock Monkey, Velenose. All’incontro era presente l’editore Jacopo Costa Buranelli, che ha dialogato sul libro con la Professoressa Maria Carla Re, rappresentante del Comitato Regionale Emilia-Romagna dell’associazione Susan G. Komen Italia. Questa associazione è un’organizzazione senza scopo di lucro, basata sul volontariato, attiva dal 2000 nella lotta ai tumori del seno sul territorio nazionale. La Komen Italia genera risorse economiche per l’avvio di nuovi progetti, propri e di altre associazioni, diretti a promuovere la prevenzione, sostenere le donne che si confrontano con la malattia e migliorare la qualità delle cure.
«Storia delle mie tette non è un semplice fumetto, ma si tratta di un “nuovo” genere. Questo è a tutti gli effetti un libro che invece di essere scritto è disegnato e attraverso i suoi disegni tratta un argomento di un certo spessore» ha esordito Buranelli all’inizio dell’incontro. Nella maggior parte dei casi, il fumetto è più un hobby maschile che femminile. Ma la graphic novel è più di un fumetto, è un incontro tra disegno e scrittura, adatto quindi agli amanti di entrambi i generi. «Quando sono stata invitata a leggere questo libro il mio approccio è stato un po’ negativo. All’inizio ho fatto un po’ fatica, non mi ricordo quanti anni erano passati dalla lettura di un fumetto, ma poi mi sono lasciata coinvolgere. Mi ha coinvolto anche perchè rispecchia una mia seconda vita, quella del volontariato, che è un dono che penso tutti dovrebbero provare. Noi abbiamo accompagnato moltissime donne in questo percorso», ha continuato Maria Carla Re. Questa autobiografia sotto forma di graphic novel racconta in modo ironico e senza filtri il viaggio dell’autrice attraverso l’esperienza drammatica del tumore al seno, che colpisce prima la madre e poi lei in prima persona. Protagoniste del libro sono le “tette” di Jennifer, tanto attese in gioventù e poi quasi temute in età adulta perchè “ospitanti” il cancro. La capacità di affrontare con humor le sfortune dell’esistenza e di sdrammatizzare argomenti così difficili, danno al lettore un messaggio di speranza. «Il cancro è solo un capitolo della storia dell’autrice. La storia non ha niente di tecnico o scientifico, è una storia di sentimenti e sensazioni. Questo è un tema sensibile che non si deve focalizzare solo sulla diagnosi del medico o sulla cartella clinica», ha dichiarato l’editore. «I personaggi del libro sono tutti “brutti”, normali. Sono il nostro specchio. Quello che vediamo in questo libro è la nostra quotidianità, ed è questo il bello, ciò che lo rende reale. Ci mette davanti una realtà che tutti noi conosciamo e viviamo nel privato, ma che fuori fingiamo di non avere. Vi assicuro che è una buona lettura, è una lettura sana, una lettura viva. Mi ha ricordato quello che diceva Moravia riferendosi agli scrittori: Moravia palesa lo scrittore come una persona che riesce a salire sull’albero, a vincere la forza di gravità, a non farsi ferire le mani dai nodi dell’albero e che riesce, soprattutto, a non volare via, a non staccarsi dalla Terra, a continuare a vedere. Lo scrittore in questo caso è la donna, l’autrice, noi, voi; la donna che riesce con fatica a salire sull’albero e a farlo fiorire», ha concluso Maria Carla Re. Il libro presenta una postfazione del Dottor Umberto Costa, senologo di fama internazionale e amico di Umberto Veronesi, oncologo conosciutissimo scomparso recentemente.
In aggiunta a questi splendidi interventi, l’autrice stessa ha preso parte all’incontro tramite Skype. Tramite domande da parte sia degli organizzatori che dei partecipanti, l’autrice ha spiegato meglio il dietro le quinte di La storia delle mie tette: «Volevo scrivere il libro subito dopo la mia esperienza con il cancro. L’idea è arrivata tutta insieme in una volta, ma trovare un editore è stato un po’ più complicato, infatti ho impiegato circa tre anni. Pur essendo contenta del successo che ha avuto il libro in tutto il mondo, avevo l’esigenza di scriverlo e l’avrei fatto in ogni caso. Ho scelto il medium della graphic novel perchè era quello che sentivo più vicino. Ho sempre disegnato e scritto fin da giovane e prima del tumore lavoravo come illustratrice per libri per bambini. Quando ho vissuto l’esperienza del cancro al seno ho scoperto le graphic novel e sceglierlo come genere per il mio libro è stata la scelta più naturale. Il mio è una storia di sopravvivenza, è un libro su come si sopravvive al cancro. Il cancro è stato solo un capitolo della mia vita. Ci sono altre forme narrative in America che hanno trattato questo tema, ma non è mai stato affrontato in un libro illustrato. Questo è stato uno scoglio per me, insieme al fatto che il libro è pieno di imprecazioni. Il mio gruppo di supporto era molto favorevole, ma non tutti hanno accolto bene questa mia spontaneità. Ma il cancro al seno è una cosa che ti fa imprecare! Adesso che il libro è finito e pubblicato, sto scrivendo un altro libro. Sento la necessità di andare avanti con la mia vita, di ricostruirla, così come sentivo la necessità di raccontare la mia esperienza. Il mio prossimo libro parlerà di cucina. Sarà un anti-libro di cucina. Parlerò di ricette, ma di ricette caotiche per chi a zero voglia di cucinare, proprio come me!».
Un’incontro basato sulla letteratura, ma non solo. Si è parlato anche del rapporto degli uomini nei confronti di questo tema: «I nostri compagni hanno bisogno di essere aiutati da noi. Sono loro che ci accompagnano in questi momenti difficili e sono loro che noi dobbiamo educare». La prevenzione, infatti, si fa anche in famiglia tra compagna e compagno, madre e figli, parenti, amici. Pur essendo un libro su «come sopravvivere al tumore al seno» scritto da una donna sulla base della propria esperienza personale, questo non è solo un libro per donne. Attraverso il linguaggio del fumetto tutti possono entrare in questa dimensione e fare la loro parte. «Il messaggio che noi cerchiamo di dare», spiega Maria Carla Re, «è un messaggio di prevenzione. Ogni anno in Italia si ammalano 47.000 donne di tumore al seno; 1 donna su 9 durante il suo percorso di vita incontra un tumore. Pochi uomini sanno che il tumore al seno colpisce anche gli uomini, in modo molto aggressivo perchè loro mancano di tessuto adiposo. Sono casi rari, ma esistono. La diagnosi precoce non elimina il tumore, ma se ci mettiamo in testa questo concetto e sfruttiamo tutti gli strumenti che in una regione come la nostra sono eccellenti, riusciamo ad essere aggressivi noi nei confronti del tumore. Riusciamo a farci curare e ad avere un’aspettativa di vita lunga; riusciamo a stare ancora insieme ai nostri figli, ai nostri genitori, a lavorare e a fare un percorso di vita ottimale. Di tumore, se preso precocemente, si guarisce».
Alice Donato
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