SIRACUSA – Siracusa è la prima città siciliana nella classifica di ICity Rate 2016 sulle politiche urbane dei capoluoghi di provincia, ed è la migliore in tutta Italia per incremento rispetto allo scorso anno. Il dato è stato illustrato la mattina del 20 ottobre a Bologna nell’ambito di ICity Lab, l’appuntamento annuale sugli ecosistemi urbani e sul governo delle città, al quale sta partecipando l’assessora all’Informatizzazione e modernizzazione, Valeria Troia. Siracusa si trova all’82esimo posto ma scalando ben 16 posizioni (l’anno scorso era 98esima), ed è risultata, unica siciliana, tra i primi 15 capoluoghi di tutto il Meridione.
La classifica stilata dal Forum Pubblica Amministrazione (FPA), tiene conto di 105 indicatori statistici per sette diverse aree tematiche. Di Siracusa sono state apprezzate le scelte fatte in 6 delle 7 aree. La migliore performance è stata realizzata nel campo dell’istruzione e della socializzazione, dove si è collocata al 36esimo posto riuscendo a risalire ben 61 posizioni rispetto al 2015. Gli altri passi in avanti sono stati compiuti: nell’uso dei nuovi strumenti per la governance (più 11 posti); nella qualità della vita (più 10); nella sostenibilità ambientale (più 8); nella sicurezza sociale (più 8); nella smart mobility (più 5). Più in dettaglio, secondo gli analisti, Siracusa ha riscosso i migliori risultati nella lotta alla dispersione idrica, nell’equilibrio occupazionale di genere, nell’accessibilità degli istituti scolastici e nella bassa presenza di giornalisti e amministratori minacciati. «Siamo contenti – commenta il sindaco, Giancarlo Garozzo – ma aspiriamo a fare sempre meglio nel futuro. Questa classifica non dice che i problemi della città sono stati risolti, e saremmo degli sciocchi se lo sostenessimo, ma che le scelte adottate vanno nel verso giusto. Adesso cominciano le difficoltà maggiori perché dobbiamo confermare il dato. Tuttavia sono ottimista, in quanto le soluzioni individuate sono coerenti con le indicazioni dell’Unione europea e l’Amministrazione ha gli strumenti e le competenze per intercettare le risorse messe a disposizione nella programmazione 2014-2020».
«Si tratta di un risultato – spiega l’assessora Troia – che premia la capacità di interpretare le politiche europee e nazionali. Quando si parla di smart city si è portati a pensare all’innovazione tecnologica, ma si tratta di una visione limitata e riduttiva. Una città smart oggi guarda anche all’innovazione sociale, alla gestione dei beni comuni, alla condivisione delle scelte con i cittadini, all’accoglienza, alla capacità di progettare secondo un’idea coerente in tutto il territorio. Questa è la svolta che l’Amministrazione ha impresso e che sta cominciando a dare i primi frutti».
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