BOLOGNA – Ottocento giovani, studenti e lavoratori, cittadini europei, migranti, rifugiati e richiedenti asilo, daranno vita a una campagna di sensibilizzazione digitale per promuovere la cultura della condivisione, dell’inclusione e dell’accoglienza in Europa. Questo il cuore del progetto #MigraTed (Migrations and human rights enhanced through Technology in Education) ideato da GVC (Gruppo di Volontariato Civile) insieme al Comune di Bologna e a una rete di ONG europee, per la promozione di una cultura dell’antirazzismo e dell’antidiscriminazione, nelle comunità educative, fra i giovani e nei territori di cinque paesi dell’UE. Il progetto #MigraTed, partito a inizio 2018, è stato lanciato simbolicamente il 21 marzo, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. .
#MigraTed nasce nel solco dei progetti Amitie e Amitie CODE, grazie ai quali, dal 2010 al 2018 GVC e Comune di Bologna hanno promosso azioni per diffondere consapevolezza fra i giovani e competenze fra il personale della scuola sui temi della cittadinanza globale, delle migrazioni e dei diritti umani, con uno sguardo alle dinamiche globali di sviluppo. Il nuovo progetto si propone dunque di continuare questo percorso ponendo l’accento sull’aspetto metodologico legato all’utilizzo dei media digitali nella promozione di competenze interculturali fra le figure educative e i giovani e nella realizzazione di una campagna di sensibilizzazione digitale volta a promuovere la cultura della condivisione e dell’accoglienza. Insieme, cittadini europei, migranti, rifugiati e richiedenti asilo produrranno un web doc che introdurrà un nuovo punto di vista sulla convivenza tra i popoli, il dialogo interreligioso e l’accoglienza. Lavoreranno inoltre a una ricerca sul tema dell’intercultura, partecipando a workshop e conferenze, per poi mettere in piedi una campagna di comunicazione, con il coinvolgimento di scuole, autorità locali e nazionali, istituzioni pubbliche e private, ONG, decision makers e soprattutto delle comunità.
Il progetto punta anche a formare gli insegnanti e a fornire loro tecniche per utilizzare come strumento didattico il digitale. Questo servirà a promuovere nelle scuole l’educazione ai media e al digitale, con un’attenzione alle tematiche migratorie e al legame tra migrazioni, sviluppo e diritti umani, promuovendo tra gli studenti pensiero critico, cittadinanza attiva e valori democratici. #MigraTed aiuterà i giovani a capire quali siano le cause che portano i richiedenti asilo a fuggire dai loro paesi, li aiuterà a decostruire i messaggi d’odio e gli stereotipi e li guiderà attraverso la riscoperta dei valori della solidarietà e dell’incontro con il diverso. Questa esperienza culminerà nella partecipazione al Terra di Tutti Film Festival, che dal 2007 si serve del documentario come mezzo per raccontare e sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti umani nel mondo.
Il Comune di Bologna, in particolare con il Centro RiESco, collaborerà alla pubblicazione di linee guida metodologiche che saranno utilizzate per la progettazione di corsi di formazione rivolti a insegnanti, educatori e professionisti dell’educazione. Sulla base di queste linee guida, in ogni paese partner, saranno realizzati due corsi, che coinvolgeranno circa 60 docenti ed educatori. I percorsi formativi proporranno occasioni di approfondimento sull’educazione alla cittadinanza globale con particolare riferimento alla lettura critica dei processi globali della migrazione, dei diritti umani e dello sviluppo, nonché all’utilizzo di strumenti e media digitali per la diffusione delle conoscenze. Il Comune, in collaborazione con CSAPSA2, realizzerà inoltre 8 focus group che coinvolgeranno circa 160 adolescenti e giovani a Bologna, sia in scuole superiori che in ambito extra-scolastico. I laboratori punteranno a stimolare il protagonismo e la partecipazione dei giovani, sui temi delle migrazioni, dei diritti e dello sviluppo, attraverso strumenti come i video partecipativi, che permetteranno ai giovani di sentirsi protagonisti e produttori di idee e di utilizzare un linguaggio comune e codici comunicativi appartenenti alle giovani generazioni. Proprio poiché tali strumenti sono percepiti come più “vicini” ai giovani, potranno rivelarsi più efficaci nel complesso lavoro di sensibilizzazione, di sradicamento del pregiudizio, di creazione di opportunità e strumenti per osservare le migrazioni e i fenomeni globali e valutarli in maniera obiettiva e basata su fonti credibili.
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