Dopo mesi di preparativi, domenica 1 ottobre è stata per Bologna la giornata di Papa Francesco.
La visita pastorale nel capoluogo emiliano, organizzata a vent’anni esatti di distanza da quella che aveva visto protagonista Papa Giovanni Paolo II, si è caratterizzata per un calendario ricco di incontri. La prima tappa del tour emiliano-romagnolo è stata Cesena, in cui Papa Bergoglio ha visitato la cattedrale di San Giovanni Battista insieme ai membri della curia, per poi intrattenersi con i fedeli, accorsi già alle prime luci dell’alba in piazza del Popolo, che lo hanno accolto con affetto e devozione.
Congedatosi, l’elicottero è ripartito alla volta di Bologna, atterrando in Via Mattei per permettere al Pontefice di far visita al centro di accoglienza. Qui sono state centinaia le braccia che si sono tese per stringergli la mano e altrettante quelle bramanti di una foto. «Ho voluto che fosse proprio qui il mio primo incontro con Bologna» ha esordito Papa Francesco, al cui polso spiccava il braccialetto giallo come quello indossato dagli ospiti dell’hub «è il porto di approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare. Molti non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene, ma non è così». Continua poi invocando il principio di Misericordia e sferzando ancora una volta gli ospiti del centro: «Vengo in mezzo a voi perché voglio portare nei miei i vostri occhi, nel mio il vostro cuore. Siete dei lottatori di speranza» conclude.
A bordo della papamobile, Papa Francesco ha, poi, attraversato via Massarenti, abbracciato da due ali di folla che si sono snodate fino a Piazza Maggiore. Qui, con oltre 5.000 fedeli ad attenderlo, ha celebrato l’Angelus dal sagrato di San Petronio, affiancato dall’Arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. Bergoglio ha sottolineato il valore del dialogo e quello del welfare, rivolgendosi ai rappresentanti del mondo del lavoro seduti a pochi passi da lui. Hanno poi colorato l’atmosfera plumbea alcuni canti intonati dai ragazzi delle Acli e uno striscione esposto sopra al Pavaglione con scritto «Benvenuto Papa Francesco». A termine dell’Angelus, come di consueto, il Papa ha augurato a tutti buon pranzo e si è recato all’interno della Cattedrale di San Petronio, allestita con sedie e tavoli per il pranzo con i più poveri.
Nel primo pomeriggio il Pontefice ha raggiunto la cattedrale di San Pietro per incontrare il clero. Fratellanza e diocesanità, i temi trattati con i religiosi con una particolare riflessione sugli “arrampicatori”: «Sono persone che vogliono fare carriera a tutti i costi, arrivare sempre più in alto a scapito degli altri, senza umiltà. Invece noi dobbiamo accettare di fare quello che ci spetta e ci è assegnato».
«Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande» è invece il monito lanciato agli studenti e al personale universitario, riunito in Piazza San Domenico. Dopo una preghiera sulla tomba del santo e una speciale dedica ai domenicani, Bergoglio è salito sul palco allestito per l’occasione. Alla presenza del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, del Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e soprattutto del Rettore dell’Alma Mater Studiorum, Francesco Ubertini, il Papa ha scelto di parlare di diritti. Diritto alla cultura, diritto alla speranza, diritto alla pace. «L’Università di Bologna è da quasi mille anni laboratorio di umanesimo. Ha plasmato la città, che è detta la Dotta, ma non saccente» ha poi continuato «Non abbiate paura in questi tempi di guerra. Come disse Benedetto XV, la guerra è un’inutile strage: voi ripudiatela, cercate sempre di portare la pace e la giustizia». Il discorso del Pontefice è stato preceduto dal benvenuto del Rettore che ha ricordato che sia San Francesco che San Domenico, ma che anche lo stesso Dante che li cita entrambi nella Commedia, sono venuti a contatto con lo studio proprio a Bologna, e dal saluto di Davide Leardini, studente di medicina e membro del Consiglio studentesco. L’incontro si è, poi, concluso con la consegna a Papa Francesco del Sigillum Magnum, la massima onorificenza dell’Alma Mater.
L’ultimo step è stato lo Stadio Dall’Ara dove, dopo aver reso omaggio alla Madonna di San Luca, il Papa ha celebrato la messa. «Nel cammino di ciascuno di sono due strade: essere peccatori pentiti o peccatori ipocriti. Ma il Signore cerca puri di cuore non puri di fuori» ha spiegato nell’omelia, davanti a oltre 45mila fedeli. Al termine della messa è stato l’arcivescovo Zuppi a prendere la parola per ricordare il Cardinale Carlo Caffarra, recentemente scomparso.
Francesca Santi
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