I dipendenti di BolognaFiere, durante la cinquantesima edizione del Cosmoprof Worldwilde Bologna, sono scesi in strada per protestare contro i tagli al personale.
Entusiasmo e positività dovevano essere i mantra per l’apertura del Cosmoprof Worldwilde Bologna, uno dei più grandi format fieristici per l’industria cosmetica mondiale, che quest’anno festeggia cinquant’anni.
«I nostri numeri sono in crescita, sia sul fronte degli espositori che dei visitatori e anche il giro di affari è in aumento grazie alla politica di internalizzazione del brand Cosmoprof» aveva dichiarato Franco Boni, Presidente di BolognaFiere, annunciando l’obiettivo di incrementare ulteriormente il valore dell’esposizione per raggiungere, nel 2020, un giro d’affari per 115 milioni di euro.
Quest’anno, invece, la manifestazione cosmetica, nata nel 1967 e che solo l’anno scorso aveva richiamato nel capoluogo emiliano circa 250 mila persone, si è trovata a fare i conti con il malcontento dei lavoratori di BolognaFiere. Motivi delle proteste sono la decisione dell’azienda di ridurre il costo del personale e il fatto che il Comune, prossimo a diventare socio di maggioranza della Fiera, non abbia escluso la possibilità di avvalersi dell’esternalizzazione del lavoro. Appesi ad un filo appaiono, dunque, i destini di circa 120 dipendenti che già nel giugno scorso avevano visto avviare le procedure di licenziamento a causa di una «inderogabile necessità di procedere alla riduzione degli organici, che trova ragione nella esigenza di preservare la sopravvivenza della società», come si lesse nella lettera firmata da Franco Boni e inviata ai sindacati. A poco sono servite le “aperture” di Palazzo d’Accursio ad ascoltare le motivazioni dei rappresentanti dei lavoratori che hanno rifiutato le proposte e sono scesi in strada armati di striscioni e fischietti, minacciando uno sciopero generale proprio il giorno dell’inaugurazione del Cosmoprof.
Lo sciopero ha rischiato di compromettere soprattutto l’apertura di Cosmopack e della vera novità della fiera, Cosmoprime, il cui debutto era fissato proprio giovedì 16 marzo nel padiglione 19, con l’esposizione esclusiva di prodotti masstige e prestige. Per tutta la giornata di giovedì, dunque, il Comune, la Fiera e i sindacati si sono riuniti per trovare un accordo che scongiurasse la mobilitazione, ma dopo sei lunghe ore i rappresentanti dei lavoratori hanno abbandonato il tavolo di Palazzo Malvezzi ritenendo la proposta insufficiente e accusando le parti in causa di non volersi prendere responsabilità precise per quanto concerne un’eventuale esternalizzazione.
«Non c’è stata la volontà di trovare un accordo che consentisse di affrontare la trattativa in modo più sereno» ha sostenuto al termine dell’incontro Daniela Fustini, nel Consiglio d’Azienda per Sgb (Sindacato Generale di Base). Dal canto suo, il Comune aveva proposto una sorta di do ut des in cui i dipendenti si impegnavano a non fare scioperi fino a giugno, quindi fino alla fine degli eventi in Fiera, e l’azienda a non incentivare licenziamenti unilaterali ed esodi. E sebbene fra i sindacati siano spiccate posizioni più o meno radicali, dai flebili progressi intravisti da Sara Ciurlia (Fisascat Cisl) e da Carmelo Massari (Uil) al completo disaccordo di Luca Taddia (Cgil) che ha definito «testo inaccettabile» quello proposto dal Comune durante l’incontro, dopo lo sciopero di giovedì ne è stato confermato, da Cgil, Cisl, Uil, Usb e Sgb, un altro per venerdì 17.
I disagi non sono mancati. Il taglio del nastro all’inaugurazione della cinquantesima edizione di Cosmoprof ha coinciso esattamente con il presidio dei lavoratori di Via Michelino e a farne le spese sono stati gli stessi visitatori. L’esordio della kermesse è stato, infatti, caratterizzato da interminabili file e biglietterie aperte solo in modo simbolico: all’ingresso principale solo due sportelli su dieci erano operativi, mentre in Via Aldo Moro un’unica impiegata stampava i pass a fronte di sette biglietterie chiuse. Il disagio e la delusione dei partecipanti, molti dei quali hanno affrontato la fila solo per non perdere i cinquanta euro del biglietto e i venti del parcheggio, si sono uniti al tentativo in extremis degli organizzatori di limitare i danni aprendo i cancelli nei momenti di maggiore ressa.
«Alla nostra disponibilità al dialogo sono state opposte posizioni incomprensibili che rischiano di creare un grave danno d’immagine alla Fiera e una sicura penalizzazione per il suo bilancio» è il commento del Comune, che ha apostrofato il desiderio di sciopero come una «sterile e dannosa prova di forza». Una prova di forza portata avanti tutt’altro che in silenzio, con striscioni, fischi, tamburi e cori che invitavano i dirigenti a vergognarsi e che è costata alla Fiera circa 200.000 euro, fra ingressi gratuiti e biglietti non venduti. Il Presidente Boni, però, durante l’inaugurale conferenza stampa ha colto l’occasione per scusarsi, senza dimenticare di sottolineare la sua fiducia nell’expo e nella «brava gente» che vi lavora.
Tuttavia, nonostante un inizio in salita, i quattro giorni del Cosmoprof Worldwilde Bologna hanno accolto oltre duemila aziende espositrici, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente, riservando non pochi progetti per il futuro. Antonio Bruzzone, Direttore Generale di BolognaFiere, ha, infatti, annunciato la presenza di Cosmoprof alla sedicesima edizione di Belleza y Salud, la più importante fiera cosmetica del Sud America che si terrà a Bogotá dal prossimo 27 settembre 2017, e, entro il 2018, l’inserimento della kermesse bolognese nei saloni dell’Asia Beauty gestiti da UBM (United Business Media), nelle città di Manila, Giacarta, Ho Chi Minh, Kuala Lumpur e Bangkok.
Francesca Santi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.