«Il sogno è diventato un incubo. Dobbiamo accettare la realtà che la sola esistenza dell’UE è minacciata dall’euro» ha dichiarato l’economista da sempre allineato con una politica economica europeista, Francois Heisenbourg. Il problema consiste nel fatto che l’euro è troppo forte rispetto al dollaro e che nell’eurozona non esiste una stabilità economica dettata dalla presenza della moneta unica. Se in un Paese come la Germania l’euro va bene, in altri quattro sta gettando nel baratro il PIL. Non ci sono robustezza ed equità economiche, la BCE, ai tempi della immissione della moneta, non ha preso le giuste misure per garantirle.
«Gli sforzi fino ad ora compiuti hanno aggravato la situazione e stanno mettendo ancora di più in pericolo l’UE» ha continuato Heisenbourg; ed è da un altro francese che proviene un consiglio per la Banca Centrale Europea. A parlare, stavolta, è il ministro dell’Industria, Arnaud Monteborg: «La BCE, se vuole salvare l’euro, dovrebbe operare per spingere al ribasso il valore della moneta. Solo un “deprezzamento” può rendere più facile la vendita di prodotti europei. In questo modo, si ridurrebbe il deficit dei singoli Stati, il debito pubblico verrebbe sanato, si creerebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro in tutta l’Europa.»
Purtroppo, tali manovre non sono incluse tra quelle praticabili dal mandato della BCE. Si deve anche considerare che se la BCE riuscisse a svalutare l’euro comprando dollari, la FED (Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti d’America, ndr) potrebbe altrettanto comprare valuta europea, rendendo di fatto nulla ogni operazione. In Italia, frattanto, si moltiplicano gli incontri tra economisti e politici per tornare alla moneta nazionale. Non solo gli italiani, però, la pensano in questo modo: «Accoglieremo la fine del sogno e il ritorno al reale, non come un disastro, ma come una sfida da superare» ha tagliato corto Heisenbourg.
Alberto Molino
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Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.