Qualche settimana fa vi avevamo parlato dell’universo creato dalla Red Bull nel mondo del calcio: la lattina più famosa tra gli energy drink ha totalmente rivoluzionato il rapporto tra squadra e sponsor, creando un modello che punta più sul profitto e il merchandising che sui valori e la tradizione che incarna la squadra stessa. Oggi però, proprio nella città in cui tutto ciò ha avuto inizio, sta avendo luogo un’iniziativa che va contro questa campagna di mercificazione dello sport e, più nello specifico, del calcio.
La prima squadra che ha fatto da “esempio”, infatti, ha sede proprio nella città in cui è nata la stessa Red Bull: Salisburgo. Nel centro austriaco, 83 anni fa, nacque l’Austria Salisburgo, una squadra che in patria aveva una gran notorietà e che in Europa si fece notare per quella coppa Uefa del 1994 persa proprio contro una squadra del nostro campionato, l’Inter. Tutta la tradizione e la storia che legava il tifo a questa società, però, sparirono definitivamente 11 anni fa, quando la Red Bull decise di acquistarne titoli e diritti.
Via lo storico Bianco-Viola dalle maglie, così come il simbolo e qualunque altro riferimento alla vecchia fondazione. Fu un colpo troppo duro per chi ne seguiva le gesta sin dalla tenera età, così la risposta dei tifosi non si fece attendere. Dure contestazioni fino alla fondazione di un’altra società che riprendesse quanto Mateschitz, presidente della Red Bull, fece fuori con il suo acquisto. È un progetto non poco impegnativo, quello intrapreso dai tifosi scissionisti che non hanno minimamente appoggiato la nuova creatura in Bianco-Rosso e come sarà facile immaginare, fondare un altro team, ai giorni nostri, non è certo una passeggiata. Eppure le gioie non sono mancate.
Lo Sportverein Austria Salisburgo (questo il nome della nuova compagine cittadina fondata nel 2005), infatti, ha cominciato il proprio cammino dai meandri del calcio austriaco, dalla 2 klasse, che, per semplificare, non è altro che uno dei nove tornei regionali organizzati dalla federazione. Si riparte dai dilettanti insomma (il primo campionato risale alla stagione 2006/2007), con il supporto degli stessi tifosi che qualche anno prima giravano l’Europa per la loro squadra nel cuore. Ma la luce è vicina: quattro promozioni consecutive regalano la Regionalliga (terza serie austriaca, semiprofessionistica) nel 2010-2011, per poi approdare (o meglio, tornare) nel calcio professionistico nel 2015, a seguito della promozione in Erste Liga.
Ma la pura e limpida passione di questi tifosi non è abbastanza e i fondi cominciano a scarseggiare. In un calcio sempre più devoto al dio denaro, l’Austria Salisburgo non trova il suo posto ed è costretto a presentare l’istanza di fallimento a inizio 2016, con la conseguente retrocessione (sarà la prima in 11 anni di storia) nella già conosciuta terza serie.
Proprio per questo è nata una campagna di crowdfunding volta a risollevare la squadra che più di tutti, oggi, rappresenta la lotta contro uno sport sempre più schiavo delle multinazionali. L’antagonista più acerrima della Red Bull ha quindi dedicato un’intera iniziativa di raccolta fondi che vede il supporto degli storici colori al centro del progetto. La singola donazione avrà un riscontro in base alla cifra devoluta, che andrà da semplici braccialetti o da una maglietta fino a dei biglietti per una partita a scelta del donatore stesso o ad una cena con la leggenda Otto Konrad. A 29 giorni dal termine la cifra raggiunta è di circa 7.500 euro, riuscirà la squadra dei tifosi per i tifosi a raggiungere l’obiettivo dei 25.000 euro in meno di un mese?
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»