Una decina i migranti immortalati sui poster affissi accanto ai candidati dei veri partiti, tante storie diverse, ma con l’unico obiettivo di invitare a riflettere.
Si colloca nel pieno di una campagna elettorale più che mai caratterizzata da latitanti manifesti di propaganda, il progetto di guerrilla art firmato dall’artista Gianluca Vassallo. Da nord a sud sono comparsi, negli spazi dedicati alle affissioni elettorali, cartelloni recanti il volto e la storia di una decina di migranti, capeggiati dallo slogan Vota per me. Nessun nuovo partito dunque, bensì una provocazione che parte dalla Sardegna e intende smuovere l’opinione pubblica su uno dei temi più abusati ed estremizzati degli ultimi tempi.
«“Vota per me” è un progetto che, attraverso le facce e le storie dei migranti, cerca di riportare al centro del dibattito pubblico la verità delle vite, la dignità degli individui, il senso profondo della convivenza, con l’intenzione dichiarata di spostare l’asse dialettico verso la complessità dei fenomeni migratori, ovvero la sede culturale in cui il discorso politico intende svolgersi» ha dichiarato il famoso artista e fotografo da sempre impegnato nel sociale e di cui si ricorda, ad esempio, la campagna Shoot Me Orlando realizzata dopo la drammatica sparatoria avvenuta all’interno di un night club in Florida, in cui sono rimaste coinvolte oltre cento persone.
Mamhut, Jasvir, Rahaman, Viltus e Iqbal sono alcuni dei nomi dei migranti che, con le loro storie, hanno invaso le plance elettorali affiancandosi ai veri protagonisti della politica, da Simone Di Stefano (Casapound) a Matteo Salvini (Lega) a Giorgia Meloni. Ed è la leader di Fratelli d’Italia a dare sfogo alla propria indignazione su Facebook: «A Cagliari hanno affisso abusivamente questi manifesti vicino a quelli di Fratelli d’Italia. Una coppia di immigrati con un bambino in braccio. Noi abbiamo oscurato il suo volto per rispettarlo, ma loro no. Immaginate cosa sarebbe successo se lo avessimo fatto noi. Dove sono le Ong che difendono i diritti dei bambini?». Chiamato in causa Vassallo ha replicato che «La Meloni dovrebbe leggere le storie su quei manifesti, guardare negli occhi quei volti, dovrebbe fare quello che si fa di fronte ai messaggi: domandarsi perché, anziché indagare il come, e rispondersi senza anteporre il consenso al senso».
Il manifesto in questione ritrae Rahaman con la moglie e il figlio, ma ci sono anche quelli con Mamhut, arrivato in Italia nascosto dentro un camion, con Iqbal che si è innamorato della Sardegna, con Ali, grande tifoso del Cagliari e con molti altri che hanno scelto di raccontare, attraverso i loro occhi e con poche semplici righe, la propria esperienza. «È un modo per raccontare le storie di persone che qui ce l’hanno fatta o che sperano di farcela» ha continuato Vassallo, nella speranza che “Vota per me” sia per tutti un incentivo a non fermarsi alla superficiale strumentalizzazione del tema immigrazione, ma induca a riflettere.
Francesca Santi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.