«Verità per Giulio Regeni» è questo il motto che ormai da quasi un anno si legge negli striscioni di Amnesty International, organizzazione non governativa attiva da diverso tempo nel settore della tutela dei diritti umani, la quale si è da subito impegnata per combattere a favore del caso Regeni, ricercatore italiano ucciso in Egitto lo scorso febbraio in circostanze purtroppo ancora oggi poco note.
A tal proposito, novità si sono avute proprio pochi giorni fa quando i magistrati di Roma si sono recati al Cairo per cercare di fare luce una volta per tutte sulla vicenda. «Durante il fruttuoso incontro le parti hanno discusso gli ultimi sviluppi investigativi e hanno rinnovato il loro impegno a continuare la loro proficua collaborazione nel comune intento di assicurare giustizia per la vittima», così recita la nota sull’incontro tanto atteso dai genitori di Regeni e che ha visto il procuratore generale egiziano e il sostituto della Procura della Repubblica di Roma, Sergio Colaiocco, chiamato appunto a presiedere la delegazione italiana, insieme nell’obiettivo di collaborare per fare chiarezza sulla triste vicenda.
La collaborazione, dunque, pare essersi incanalata nelle direzione giusta ovvero quella di fare giustizia per Giulio Regeni. Intanto il procuratore egiziano è stato invitato a Roma per il prossimo dicembre al fine di continuare nel positivo intento dello scambio di documenti ed informazioni sul caso del ricercatore italiano; con molta probabilità , inoltre, in quella occasione la famiglia Regeni potrà finalmente incontrare l’alto magistrato egiziano.
Ester Sbona
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