La storia della sinistra italiana è sempre stata molto frammentaria, il che è risaputo. Dalla scissione nel lontano 1921 del PSI che ha dato vita al PCI, per poi arrivare alla divisione nel 1991 tra PDS e Rifondazione Comunista, e infine, alla nascita nel 2009 di SEL, composta da elementi contrari all’idea fondativa del Partito Democratico. Negli ultimi giorni è invece oggetto di dibattito proprio l’ormai evidente frattura interna al PD, che potrebbe da un momento all’altro determinare la fuoriuscita dal partito di alcuni membri della minoranza, compresi alcuni tra i leader storici della sinistra degli ultimi decenni. La scissione del partito guidato dal segretario dimissionario, Matteo Renzi, segnerebbe un punto interrogativo nella composizione dei partiti di sinistra presenti in Italia, divenuti ormai numerosissimi.
All’estrema sinistra di questo lungo schieramento troviamo Rifondazione Comunista, che il 31 marzo darà il via ai lavori del decimo congresso della sua storia. Alla guida vi è Paolo Ferrero, ex ministro della Solidarietà sociale col governo Prodi. Vi è poi Dema, il movimento condotto da Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. Tale forza politica si ispira all’ideologia di Murray Bookchin, il neo-municipalismo: un sistema fondato sulla democrazia diretta e sull’unione delle municipalità come forma di governo alternativa a quella statale. All’indomani del congresso fondativo, tenutosi il 18 dicembre, compone questo schieramento anche Sinistra Italiana, il cui segretario neo-eletto è Nicola Fratoianni. La composizione di tale partito raccoglie quasi eclusivamente ex membri di Sinistra Ecologia e Libertà, ma anche vecchi dissidenti del PD. Da valutare nelle prossime ore e nei prossimi giorni come tale soggetto politico interagirà con Giuliano Pisapia e gli scissionisti presenti tra i Dem.
Ottiene invece una risonanza decisamente minore il movimento di Pippo Civati, Possibile, che vanta tra le sue fila il candidato alle ultime regionali in Liguria, Luca Pastorino, che ha favorito indirettamente la vittoria di Giovanni Toti. In conclusione, al di là delle numerose alternative che la sinistra anti-Renzi può offrire, il nodo centrale della questione rimane comunque il futuro interno al PD. In particolare, i tre candidati alla segreteria (Rossi, Speranza, Emiliano), avversi all’ex premier Renzi, sembra abbiano trovato una buona intesa nelle ultime settimane, il che potrebbe attribuire credibilità all’ipotesi che diviene sempre più papabile di un altro soggetto politico che arricchirebbe questo vastissimo mosaico. Resta un rebus, però, quale sarà la reazione dei cittadini dinnanzi a queste trame che si intrecciano e che risultano ogni giorno meno chiare.
Francesco Laneri
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