WASHINGTON – Ci sono voluti 25 anni prima di poter diffondere gli oltre 3mila file segreti riguardanti l’omicidio del 35° presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy, soccorso il 22 novembre dal 1963 a Dallas, in Texas. Esattamente due giorni fa, il 26 ottobre, è scaduto il citato termine dei 25 anni, e Donald Trump in persona, attuale presidente degli States, ha annunciato via Twitter la desecretazione dei file: «Come presidente, permetterò la desecretazione dei file riservati su JFK, per lungo tempo rimasti inaccessibili».
Dunque, dopo una lunga attesa sarà possibile accedere a tutti quei file restati segreti fino a oggi, caricati per l’occasione sul sito web degli archivi nazionali. Ma perché si è dovuto attendere questi 25 anni, nonostante l’omicidio sia avvenuto 54 anni fa? Il 26 ottobre del 1992, seguendo l’analisi di TPI, l’allora presidente George Bush Sr. firmò il Kennedy Assassination Records Collection Act., una legge che aveva lo scopo di allontanare tutte le teorie cospirative derivate dopo l’uscita del film “JFK – Un caso ancora aperto”, pellicola del noto regista Oliver Stone. Tale atto aveva fissato la scadenza per pubblicare i file esattamente il 26 ottobre 2017, 25 anni dopo.
Tuttavia, non sono ancora stati rilasciati tutti i documenti. Difatti, oltre 300 documenti sono ancora secretati su forte richiesta di FBI, CIA e altre agenzie e lo rimarranno almeno per altri 6 mesi, questo per motivi di sicurezza nazionale. Intanto, i file rilasciati da pochi giorni cosa contengono di così rilevante ? Essendo quasi 3mila elementi, non è ancora stato fatto un quadro generale del loro contenuto, ciò nonostante le prime informazioni trapelate sono molto importanti.
Come risaputo, Lee Harvey Oswald, operaio e militare americano, fu accusato dell’omicidio del presidente Kennedy. Tuttavia, due giorni dopo l’arresto, Oswald fu ucciso da Jack Ruby, proprietario di un nightclub, poco prima di essere trasferito nella prigione di contea in vista del processo. Intorno alla figura di Lee Oswald si è molto discusso, senza mai arrivare a una soluzione definitiva. In uno dei fascicoli diffusi, viene analizzata una correlazione da Oswald e l’Unione Sovietica, servizi segreti russi nella fattispecie.
Difatti, una intercettazione telefonica datata 28 settembre 1963, quasi 2 mesi prima dell’omicidio di JFK, colloca Lee Oswald a Città del Messico, presso l’ambasciata dell’Unione Sovietica. Qui, secondo l’intelligence americana, incontrò alcuni esponenti e intermediari sovietici e cubani. Successivamente, Oswald fu intercettato nuovamente a comunicare con l’ambasciata sovietica, «in un russo stentato», si legge, con il console Valeriy Vladimirovich Kostikov, agente del KGB. Il tema della telefonata fu la richiesta di informazioni circa «novità riguardanti un telegramma da Washington».
Dai file diffusi è scaturito un vero e proprio giallo, relativo in particolare e due telefonate, definite “annunciatrici”. La prima risale a 25 minuti circa prima dell’assassinio di John F. Kennedy. Secondo i documenti, il 22 novembre 1963 nella redazione del Cambridge News, quotidiano inglese sito, appunto, a Cambridge, giunse una chiamata proveniente da Dallas, Texas. «Grosse notizie in arrivo» recita l’interlocutore americano al telefono. «Il servizio di sicurezza britannico (MI-5) ha riportato che alle 18,05 GMT del 22 novembre una telefonata anonima venne fatta a Cambridge, Inghilterra, al senior reporter del Cambridge News» si legge nel documento riportato dalla CIA e indirizzato al direttore dell’FBI. «La persona al telefono disse soltanto che il reporter avrebbe dovuto chiamare l’Ambasciata americana a Londra per alcune grosse notizie e attendere». Successivamente si legge che soltanto «dopo che la notizia della morte del presidente venne ricevuta, il reporter informò la polizia di Cambridge della telefonata anonima e la polizia informò l’MI-5».
La seconda telefonata, invece, non è di facile datazione, tuttavia certamente risale a omicidio già avvenuto. La sera prima che Lee Oswald, accusato dell’assassinio, venne ucciso, nella sede FBI di Dallas arrivò una telefonata. Dall’altra parte della cornetta, un uomo, con voce calma, affermò di essere membro di un gruppo organizzato per uccidere Oswald. Secondo J. Edgar Hoover, all’epoca direttore dell’FBI, il capo della polizia di Dallas venne subito avvertito, e quest’ultimo garantì per la sicurezza di Oswald.
Ovviamente così non fu e l’accusato fu ucciso da Jack Ruby. Esso fu interrogato da Hoover in persona, tuttavia Ruby negò qualsiasi tipo di legame con gruppi organizzati.Per analizzare e studiare tutti i documenti rilasciati ci vorranno delle settimane, se non dei mesi. Ovviamente non bisogna aspettarsi clamorosi colpi di scena o stravolgimenti della storia che tutti conosciamo. Ciò nonostante, porteranno alla luce alcuni fatti, avvenimenti, scoperte interessanti, come i due appena analizzati, non solo riguardanti l’assassinio di JFK, ma anche concernenti altre informazioni, restate fino a oggi segrete.
Marco Razzini
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