LONDRA – Hard brexit, tagli ai benefits e restrizione sulla migrazione: sono questi tre i capi saldi del manifesto elettorale annunciato dal primo ministro inglese Theresa May in vista del voto del prossimo 8 giugno. Un programma dai toni visibilmente duri, mirati a combattere le elites, con la May eletta a paladina della working class. Ma concretamente, cosa prevede il programma?
Seguendo l’analisi de l’Huffington Post, uno degli argomenti principali è la questione sociale. Infatti sono presenti importanti tagli ai benefits rivolti agli anziani con lo scopo di finanziare alcuni interventi di assistenza pubblica. La volontà della May è quella di riordinare e organizzare il sistema welfare ideato dai laburisti. Questo tema, in particolare, ha ricevuto non poche critiche dalla stampa britannica, suscitando parecchie polemiche: nella fattispecie, Guardian e Times denunciano che tali misure possano “colpire migliaia di pensionati” della classe media.
Passando dalla confermata Hard Brexit, con la conseguente fine della libera circolazione e la promessa di tagliare gli ingressi nel Regno Unito, un altro tema caldo trattato dalla May nel suo programma riguarda la migrazione. Il punto principale, come analizzato poco fa, consiste nel tagliare il numero di ingressi nel Paese e, nel dettaglio, tale quota non deve superare i 100mila ingressi annui. Inoltre, per quanto riguarda le aziende, verrà attuato un inasprimento della tassa in caso di assunzione di immigrati extra-UE (tale tassa attualmente è pari a circa 420€ anni per le piccole imprese, e 1.300€ per le medio-grandi). Secondo alcune indiscrezioni raccolte dai media britannici, gli immigrati provenienti da paesi fuori dall’Unione Europea dovranno versare maggiori contributi per poter usufruire della sanità pubblica.
Come detto in apertura, il programma di Theresa May è concreto e duro e, secondo gli ultimi sondaggi, non dovrebbe avere nessuna difficoltà a ottenere la vittoria. Tre temi fondamentali e di pura attualità che si basano, come presumibile, sulla futura uscita dall’Unione Europea.
Marco Razzini
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