Il 2 ottobre si terrà in Ungheria un referendum sulle quote UE di migranti. In base a quanto stabilito dall’UE, l’Ungheria ne dovrebbe accogliere circa 1300 di quelli da ricollocare, ma il governo teme un sistema di quote nel futuro, e con il referendum vuole mettere le mani avanti. Il governo ricorda spesso che l’Ungheria sarà il primo Paese dove si voterà sulla politica europea di immigrazione, e gli elettori sono chiamati ad esprimere un messaggio di protesta contro questa politica. L’opposizione chiama a boicottare «un referendum falso e menzognero», ma non tutti sono convinti che sarebbe questa la risposta giusta. Al referendum del 2 ottobre, gli elettori saranno chiamati a rispondere al quesito: «Volete o no che l’UE possa obbligarci ad accogliere in Ungheria, senza l’autorizzazione del Parlamento ungherese, il ricollocamento forzato di cittadini non ungheresi?».
La campagna elettorale si sta giocando con poster giganti in tutto il Paese che indicano nell’arrivo di profughi una minaccia. «Piu di 300 morti in attacchi terroristici dall’inizio della crisi di immigrazione!», «l’attentato di Parigi è stato commesso da immigrati!», «in aumento il numero di molestie contro donne dall’inizio della crisi di immigrazione!» sono alcune delle scritte. L’incitamento alla paura e all’odio è chiaro, anche se, in Ungheria, praticamente non ci sono migranti. Le autorità accettano 30 richieste al giorno al confine con la Serbia, e quelli che sono riusciti a fare domanda proseguono strada verso l’Austria al piu presto possibile, senza aspettare la fine del procedimento.
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