Nella giornata di ieri un corteo di manifestanti ha riempito le strade di Macerata, pochi giorni dopo la strage di matrice neofascista consumatasi nel capoluogo marchigiano. Le reazioni dell’opinione pubblica hanno portato più incertezze che sicurezze, considerate le numerose manifestazioni di consenso nei confronti delle azioni compiute da Luca Traini. Il gesto, con grande sgomento della stampa internazionale e di alcune fazioni politiche italiane, è stato accolto con sostanziale indifferenza o, perlomeno, non con l’indignazione che era legittimo attendersi per simili barbarie. Questo concetto è stato infatti ribadito da personaggi politici quali Emma Bonino, leader del nuovo partito +Europa, affermando che «la xenofobia è un prodotto del nazionalismo. Penso che bisogna cominciare a dire che a Macerata ci dovevano essere tutti, tutte le istituzioni. Perché fosse stato l’inverso, un nero che sparava a italiani, saremmo corsi tutti. Secondo me, non si sconfigge la paura con la caricatura di tutte le derive che pulsano in questo Paese. Di queste derive occorre parlare, non negarle».
La storica esponente del Partito Radicale, presente a Milano per la presentazione dei candidati per elezioni del 4 marzo, mette in luce il pericolo di ignorare eventi simili, che hanno una precisa connotazione politica. «Di tutta evidenza fermare gli sbarchi non ha fermato Traini. E l’Italia vive in questo momento il primo attentato terroristico non da parte di un signore uscito da una moschea islamista ma di un signore candidato di un partito che ha una rappresentanza parlamentare, candidato della Lega Nord. Non c’è scusante alla violenza: non bisogna confondere vittime e carnefici»: queste le dichiarazioni di Bonino, che sferra un attacco politico alle forze politiche di destra senza ricorrere a mezzi termini. Di condanna anche le opinioni provenienti dagli altri partiti di centrosinistra, quali Pd e LeU. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha poi ribadito la necessità di garantire sicurezza ai cittadini senza strumentalizzare le vicende.
Sul fronte opposto, invece, c’è chi utilizza toni ben differenti, come Giorgia Meloni o Matteo Salvini, che attribuiscono la causa della strage di Macerata al disagio sociale provocato da un’immigrazione senza criteri. Analogo contenuto hanno le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, che afferma la necessità di espellere tutti i clandestini irregolari. Da una parte e dall’altra si accende la polemica, trascurando forse il dato più importante: le formazioni neofasciste stanno via via prendendo piede nella scena politica nazionale.
Francesco Laneri
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