«Gli stranieri sono dove c’è bassa innovazione o qualifica», è questo l’attuale quadro socio-economico dell’Italia delineato da Bankitalia in riferimento ai continui flussi migratori in arrivo nelle nostre coste. Si smentisce, così, il motto diffuso tra l’opinione pubblica italiana che gli stranieri “ci rubano il lavoro”. Non è vero! secondo l’Istituto di credito nazionale gli stranieri in Italia occupano i settori meno ambiti dagli italiani: settore agricolo e delle costruzioni.
È questo il tema attuale dibattuto negli ultimi giorni nel palazzo di Banca d’Italia, in occasione di un convegno sull’educazione monetaria e finanziaria: “I nuovi italiani – Casa, lavoro, cultura per l’integrazione”. Si è trattato di un convegno organizzato da Sidief, la società immobiliare partecipata interamente da via Nazionale, per discutere di un tema ormai di interesse quotidiano per gli italiani: l’immigrazione e il lavoro. Al centro della discussione, in particolare, c’è stata la questione abitativa degli stranieri; a tal proposito, il Censis e Nomisma hanno condotto una ricerca su gruppi di immigrati che vivono a Roma e Bologna dalla quale si è evinto che il mercato immobiliare loro dedicato è «ancora povero, fatto di stanze in condivisione». Inoltre, la percentuale di stranieri in possesso di una casa di proprietà è ancora bassissima (meno di uno straniero su cinque), il resto vive in edifici in affitto o occupati e dotati di condizioni igienico sanitarie spesso “sotto standard”.
È questa, dunque, la situazione economica attuale dei nuovi italiani. Non resta che attendere la prossima mossa del governo per aiutare gli stranieri presenti in Italia, molti dei quali richiedenti asilo, a vivere e integrarsi meglio nel nostro paese e ridurre pertanto al minimo l’attuale disagio abitativo in cui vertono.
Ester Sbona
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