Dopo due anni di iter legislativo è stato approvato un piano unico per tutta la Regione che regoli e disciplini la gestione della caccia e della fauna nel territorio
Martedì 6 novembre, durante l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, è stato approvato il nuovo Piano Faunistico Venatorio 2018-2023. Con i voti a favore del Partito Democratico, Sinistra Italiana e Misto-Mdp la regione è la prima in Italia ad approvare un Piano unico, che riunisca insieme i nove piani faunistici-venatori provinciali precedentemente presenti. Contrari il Movimento 5 Stelle, Ln, Forza Italia e Misto-Mns, mentre si sono astenuti gli esponenti di Fratelli d’Italia.
L’assessore regionale all’Agricoltura e Caccia, Simona Caselli, ha dimostrato la propria soddisfazione per l’esito della votazione che ha messo fino ad un iter tecnico-amministrativo di ben due anni. Inoltre, dopo mesi di consultazioni con le varie categorie interessate (cacciatori, agricoltori e ambientalisti), si sono posti come obiettivi fondamentali la tutela della biodiversità di tutte le specie e la salvaguardia delle attività agricole. Quest’ultima interessa in modo particolare la questione dei danni causati all’agricoltura dalle specie di cinghiali presenti sul territorio e, a tal proposito, la Regione intende intervenire con una radicale stretta sulla gestione dei cinghiali, abbassando, dunque, la soglia di danno, oltre la quale, secondo le disposizioni, scatterà l’obbligo di intervento con piani di abbattimento.
Altri punti critici sono costituiti dal numero sempre più crescente di incidenti stradali provocati dalla proliferazione della fauna selvatica e dalla presenza dei lupi delle zone di collina e montagna. Per quanto riguarda la sicurezza stradale, la Regione si sta mobilitando per tenere lontani gli animali dalle strade, avvalendosi anche di un’app che consenta di raccogliere dati utili a tal fine. Mentre si è scelta la via della prevenzione, piuttosto che l’abbattimento, per risolvere la questione dei lupi. Tecnici incaricati, infatti, si recheranno nelle zone più a rischio al fine di suggerire i sistemi più idonei di protezione degli allevamenti.
Il Piano Faunistico-Venatorio, tuttavia, ha sollevato non poche proteste da parte delle diverse associazioni ambientaliste e animaliste stanziate su tutto il territorio emiliano-romangolo. Sono state presentate numerose richieste di modifica, prima che il testo venisse presentato in aula per la votazione, ma nessuna sembra essere stata accolta. In particolare, grande disapprovazione arriva dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) di Bologna: «Si tratta di un piano che si faunistico non ha nulla, di venatorio tutto. L’ennesimo regalo ai cacciatori da parte dei politici, sulla vita di milioni di esseri viventi, che potranno essere uccisi “legalmente” per i prossimi 5 anni».
Francesca Santi
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