Giunge dall’Inca la notizia relativa alla riduzione dei congedi facoltativi per i neo-papà. Negli scorsi giorni, infatti, il patronato della Cgil si è rivolto all’Inps per comprendere come muoversi a riguardo: «La misura non è stata prorogata». La possibilità introdotta in via sperimentale dalla legge n.92/2012, estesa con la legge di Stabilità al 2016, non è stata prevista quest’anno da quella di Bilancio.
Se, dunque, nel periodo 2013-6 i padri lavoratori dipendenti avevano diritto oltre che a due giorni di congedo obbligatorio (soltanto uno, in realtà, fino al 2015) a due di congedo facoltativo, nel 2017 è proprio quest’ultima opportunità a venire meno. L’Inps precisa, invero, che la possibilità per gli uomini di astenersi dall’attività lavorativa (comunque in sostituzione, lo ricordiamo, agli ultimi due giorni di congedo obbligatorio della madre) «si ferma ai soli figli/e nati, adottati o in affidamento nel 2016». Pertanto, per i bambini venuti alla luce (o avuti in affidamento/adozione) nel 2016, i giovani padri potranno godere del permesso anche durante l’anno corrente, purché entro e non oltre il consueto termine di 5 mesi dalla nascita del figlio.
«La madre – come chiarito dall’Inca-Cgil – che abbia partorito un figlio il 1° dicembre, senza aver usufruito della flessibilità del congedo di maternità, ossia fino al prossimo 30 aprile, può anticipare il rientro al lavoro di uno o due giorni consentendo al papà di assentarsi per un analogo periodo, ma entro il 1° maggio, giorno in cui il neonato compie cinque mesi di vita».
Non è chiaro al momento il motivo della previsione che iperbolicamente quest’anno ostacola un po’ più gli uomini nel loro essere padri e le madri nel loro essere donne. Ad essere evidente è che siamo ancora lontani da una parità tra i sessi, fortemente inficiata secondo Boeri proprio dal diverso trattamento tra madri e padri, così come utopico sembra l’accoglimento della proposta da lui stesso avanzata lo scorso autunno. Come distanti siamo dalle misure adottate in molti stati europei: dalle due settimane spettanti ai papà danesi, ai quindici giorni assegnati agli spagnoli. In Norvegia, poi, sono previste 9 settimane per la madre, 6 per il padre e 39 di cui entrambi i membri della coppia possono scegliere di fruire.
Tuttavia, la situazione par essere destinata ad un auspicabile miglioramento. La legge di bilancio 2017 da una parte ha infatti prorogato per il 2017 ed il 2018 i due giorni di congedo obbligatorio, dall’altra sono raddoppiati – 41,2 milioni di euro – i fondi disponibili, essendo previsto per il prossimo anno un aumento dei i giorni di congedo di paternità obbligatori da 2 a 4, «elevabili a 5 in sostituzione della madre in relazione al periodo di astensione obbligatoria ad essa spettante».
Concetta Interdonato
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