In piena crisi di fiducia con i Paesi europei minati dal recente spionaggio americano, Barack Obama, avvolto nel turbine mediatico del Datagate ha annunciato un riesame delle operazioni condotte dalla NSA (Agenzia di Sicurezza Nazionale americana), specializzata nelle intercettazioni elettroniche. Infatti, a causa della più colossale fuga di notizie confidenziali della Storia degli Stati Uniti, firmata prima da Bradley Manning e poi da Edward Snowden, il caso ha reso complicati molti rapporti con i Paesi alleati, sfiduciati e che esigono spiegazioni: «Gli forniremo le istruzioni – ha spiegato il Presidente degli Stati Uniti a proposito dell’Agenzia di Sicurezza – ma in questi ultimi anni abbiamo visto le loro capacità di sviluppo», ha poi aggiunto Obama, durante un’intervista concessa al nuovo gruppo televisivo dell’ABC.
Si dichiarano, quindi, i “buoni propositi” delle capacità, la cui ampiezza è stata messa in evidenza dalle rivelazioni dell’ex analista Edward Snowden, accusato e in fuga in Russia dove risiede attualmente grazie all’asilo politico. «È la ragione per la quale ho ordinato un riesame (di queste operazioni) per essere sicuro che quello che sono capaci di fare non diventi quello che devono fare», ha aggiunto il Presidente americano; eppure, si è rifiutato di esprimersi sulla presunta sorveglianza telefonica della cancelliera tedesca, Angela Merkel.
In proposito, Obama ha semplicemente ripetuto per “ragioni di sicurezza nazionale”. Da quando il giornale tedesco Der Spiegel ha lanciato queste accuse, provocando uno choc nell’opinione pubblica tedesca e delle immediate richieste di spiegazioni da parte di Berlino, la Casa Bianca afferma che gli Stati Uniti non spiano e non spieranno con alcuna intercettazione le notizie su Angela Merkel; una risposta ambigua che lascia aperta la possibilità che queste operazioni abbiano effettivamente avuto luogo in passato, addirittura dal 2002 (quando la Merkel era ancora Presidente del gruppo parlamentare CDU-CSU). Per il 18 novembre, il parlamento federale tedesco, Bundestag, ha fissato una riunione per discutere sulle conseguenze di questo caso, mentre lunedì il Parlamento ha organizzato come primo “meeting di chiarimento” una delegazione di deputati a Washington per raccogliere tutte le risposte dell’amministrazione americana con il conseguente risultato che la responsabile della potente commissione del Senato, Dianne Feisten, ha indicato di essere assolutamente opposta allo spionaggio di dirigenti alleati degli Stati Uniti, affermando che sarà avviato un «riesame maggiore» delle operazioni americane di spionaggio.
Il Governo Obama si ritrova, dunque, a dover gestire un fatto di sottile equilibrio, il quale espone seriamente la compromissione dei rapporti diplomatici internazionali, per non parlare delle relazioni con i Paesi alleati. In definitiva, i quesiti sollevati dal malfunzionamento del sito Healtcare.gov con in più tali difficoltà da gestire garantiscono al Presidente Obama un periodo certamente problematico, tanto sul fronte interno quanto su quello internazionale.
Andrea Battaglia
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