Un attacco hacker ha violato negli ultimi giorni la piattaforma Rousseau, sistema operativo del Movimento 5 Stelle, nonchè principale “piazza virtuale” del partito. Non è stata ancora individuata la fonte di tali attacchi, nè il momento preciso durante il quale si siano verificati. Il sistema informatico predisposto per raccogliere i dati, i pareri e le votazioni degli iscritti pentastellati è ,pertanto, a repentaglio. Come già sottolineato, è ancora un mistero l’identità di colui che ha avuto illecitamente accesso alla piattaforma Rousseau. Tuttavia, il preteso autore comunica utilizzando Twitter, da un account denominato Rogue_o. Da tale profilo Twitter sono stati rivelati alcuni dati estrapolati dal sito in questione, come alcune informazioni inerenti la campagna Call to action, il nuovo metodo di organizzazione territoriale del Movimento guidato da Beppe Grillo.
Un’altra scottante informazione rivelata da Rogue_o, immediatamente smentita, riguarderebbe un presunto finanziamento al blog dei 5 Stelle da parte di Matteo Renzi di una cifra pari a un milione di euro. Per ovvie ragioni risulta totalmente infondata una simile notizia, che sfocerebbe ampiamente nella fantapolitica. «Se ho dato un milione di euro a Grillo? Ma secondo voi…»: dichiara il segretario del Partito Democratico. Poi ne approfitta subito per evidenziare l’attuale stato di sbandamento del partito provocato dagli hacker: «la grande piattaforma del M5S dimostra di avere più buchi del groviera». Gli iscritti al Movimento, infatti, vivono con grande insofferenza l’attuale condizione. La consapevolezza informazioni personali e dati sensibili potrebbero essere diffusi e resi noti a tutti ha indotto alcuni a minacciare azioni legali contro l’associazione Rousseau.
Gli esperti, intanto, lanciano l’allarme: «Il software utilizzato probabilmente per Rousseau si chiama Movabletype, è datato e secondo i report delle società di sicurezza informatica è estremamente vulnerabile», ha dichiarato l’esperto Riccardo Meggiato al Corriere della Sera. E l’esperto informatico aggiunge: «Chiunque abbia una conoscenza informatica di base può violare una piattaforma del genere. Si tratta di un reato certo, ma non starei nemmeno a scomodare la parola hacker». Sembra quindi che la piattaforma principale in cui viene posta in essere l’attività politica del Movimento 5 Stelle (primo partito in molte regioni di Italia) sia più vulnerabile del previsto. Tutti gli esercizi di attività democratica ivi contenuti sono facilmente esposti a qualsiasi forma di manipolazione da parte, potenzialmente, di chiunque. Il rischio non riguarda unicamente il partito e quanto da esso rappresentato, ma anche la vita privata dei cittadini che rilasciano i propri dati personali in tale piattaforma, esponendosi al rischio di una loro indebita utilizzazione. La domanda che sorge spontanea è quindi la seguente: fino a che punto questi nuovi mezzi di partecipazione politica possono sostituire le prassi tradizionali?
Francesco Laneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.