Come si diventa criminali? “Under” è un’opera che racconta come la mafia, ancora oggi, agisca formando nuove baby reclute assassine. Trattasi, questo, di un viaggio nelle regioni del Sud Italia, dove la mafia è ancora presente in maniera massiccia.
Se non se ne parla, non vuol dire che non esista. Le associazioni mafiose sono ancora oggi presenti sul nostro territorio, soprattutto nelle regioni del centro-sud. È cambiata la forma, ma non la sostanza. Dalla Calabria alla Sicilia e dalla Campania alla Puglia, fino al Lazio, «come si diventa criminali?» è la domanda da cui il dossier, a cura di Marco Carta e Danilo Chirico, parte per analizzare il fenomeno di reclutamento di nuovi giovani criminali. Under, questo il titolo, è il libro che racconta le storie di giovani, spesso anche minori, istruiti a uccidere, terrorizzare e promuovere la criminalità organizzata. «Un esercito cresciuto all’ombra dei clan e dei “cattivi maestri”, pronto a morire o uccidere per soldi o per il solo fascino del potere, il quale si trasforma in consenso sociale» si legge in prefazione. Un fenomeno poco conosciuto o distorto, perché all’approfondimento spesso si preferisce la spettacolarizzazione.
L’opera, nata sulla base di un report prodotto dall’Associazione antimafie DaSud, è suddivisa in tre sezioni. La prima, Giovani, mafie e periferie, attraversa le periferie, le strade e la scuole frequentate dai ragazzi. Viene descritto il loro rapporto con la giustizia e la povertà, causa primaria di affiliazione. Come si diventa criminali è invece la seconda parte: qui si troveranno le storie dei protagonisti, raccontate senza filtri e in prima persona. Storie di emarginazione, di matrimoni obbligati per vincoli di sangue, di carceri minorili, ma anche di speranza per un futuro migliore. Infine, vi è Immaginario, un’attenta analisi di come il mondo virtuale, dai social network ai videogiochi, influenzi i comportamenti di questi giovani ragazzi spesso abbandonati al loro destino e facilmente condizionabili.
«Da Palermo a Reggio Calabria, Bari, Napoli, Roma, seppur con sfumature diverse, vi è lo spaccio della droga, il principale reato di cui si macchiano i baby criminali –, spiega il giornalista Danilo Chirico –. Seguono la riscossione di tangenti e le intimidazioni, la detenzione di armi, le gambizzazioni e i delitti su commissione. Basti sapere che i minori denunciati per reati inerenti agli stupefacenti, sono passati dagli appena 578 del 1984 ai 2.113 del ’90, fino ad arrivare ai 5.123 under 18 denunciati nel 2016. Cifre che, naturalmente, non dicono molto sul dato sommerso, ma che spostano l’allarme dei “‘baby spacciatori’ ad almeno trent’anni fa». Under rappresenta un’opera fondamentale per capire e conoscere una realtà spesso nascosta, la quale, invece, deve necessariamente emergere, per portare alla luce fatti che altrimenti verrebbero ignorati e in questo modo reiterati. L’obiettivo è quello di una maggiore sensibilizzazione verso l’argomento, così che possa essere analizzato e in una qualche maniera arginato.
Sara Forni
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