MONZA – All’ECFOP di Monza (Ente cattolico di formazione professionale) non è stato possibile per uno studente di sedici anni rinnovare la propria iscrizione a scuola a causa della sua omosessualità. Il caso era già scoppiato circa un anno fa, nel settembre 2015, quando i genitori dell’adolescente brianzolo avevano sporto denuncia a causa di presunti atteggiamenti discriminatori da parte dei suoi educatori scolastici. La vicenda, superato un primo periodo di tumulti, sembrava fosse stata superata e dimenticata da tutti – quantomeno fino allo scorso mercoledì, per l’appunto. Il padre adottivo di Daniel (questo lo pseudonimo che è stato assegnato al giovane per ragioni di privacy), infatti, racconta di come i tempi per rinnovare l’iscrizione all’istituto di formazione per baristi siano stati volutamente ritardati fino alla scadenza del termine ultimo.
«Siamo persone con un disperato bisogno di lavorare e non abbiamo potuto presentarci al colloquio di fine giugno tra docenti e genitori, ma avevamo avvertito che non ci saremmo stati. Poi non abbiamo fatto altro che telefonare alla scuola, volevamo i moduli per formalizzare l’iscrizione, ma ogni volta venivamo rimandati con qualche scusa, fino a che una persona in segreteria ci ha detto che il preside non voleva nostro figlio per quanto successo un anno fa» ha dichiarato il genitore ai microfoni del Corriere della Sera . Il dirigente scolastico dell’istituto, Adriano Corioni, ha preferito non esprimersi in merito, lasciando dietro di sé solo un grande silenzio. Inoltre, secondo la testimonianza del padre di Daniel, la classe era composta da 18 alunni, contro i 25 dell’anno precedente; di conseguenza, è evidente che la questione non riguardasse problematiche logistiche.
Non è la prima volta che il sedicenne finisce nell’occhio del ciclone: l’anno precedente, infatti, erano state viste da docenti e compagni di classe alcune sue foto pubblicate su Instagram che lo ritraevano svestito e abbracciato ad un ragazzo. In tale occasione, il preside aveva presentato un esposto alla Procura di Monza, ritenendo lo scatto pubblicato sul social un «elemento pedopornografico». Il ragazzo, dunque, era già stato isolato e, in certi frangenti, allontanato dalla classe; adesso, in ogni caso, si è arrivati al gesto più estremo: impedirgli di frequentare la scuola. L’accaduto, la cui entità è indiscutibilmente grave, è ora posto sotto i riflettori in modo tale che simili dinamiche non si verifichino di nuovo con lo stesso iter.
Francesco Laneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.