Roberto Saviano è ritornato a Napoli e lo ha fatto suscitando non poco scalpore. Lo scrittore ha visitato lo scorso sabato il noto rione Sanità, quartiere di fondamentale rilevanza storica e caratterizzato da patrimoni di architettura risalenti al Settecento. L’autore di Gomorra si è recato al Nuovo Teatro Sanità per presentare, in una piccola ma gremita sala, il suo nuovo libro: «La paranza dei bambini». Il romanzo, uscito il 10 novembre scorso, racconta la storia di dieci ragazzini che, poco più che bambini, partono alla conquista dei rioni napoletani entrando nel giro della criminalità organizzata. I protagonisti, la cui esistenza procede senza alcun tipo di pianificazione per il futuro, guardano soltanto al presente rimuovendo ogni ostacolo tra loro, il denaro e il potere.
All’interno della sala in cui Saviano ha presentato il suo ultimo lavoro, tutti i cento posti a sedere disponibili erano occupati, e la folla oceanica accorsa per incontrare lo scrittore si riversava lungo la stradina che costeggia l’ingresso del teatro, puntando lo sguardo verso un teleschermo esterno che riprendeva ciò che avveniva all’interno. «Bello vedere qui alla Sanità tanti giovani che vogliono ascoltare Saviano, ma mi piacerebbe vedere oltre alle camionette dei carabinieri e della polizia, che fanno il loro lavoro e lo fanno bene, anche il ministero dell’istruzione, la scuola: ci vorrebbero i loro gazebo. Aprire una scuola significa chiudere un carcere, come diceva Victor Hugo», ha dichiarato il pm Woodcock aprendo la presentazione de La paranza dei bambini.
Nonostante il grande successo dell’iniziativa, di quel pomeriggio resta una nota amara che continuerà a far discutere. Uno striscione, esposto poche ore prima sul Ponte della Sanità, riportava queste parole: «Saviano, Napoli ha bisogno d’amore non di fango». La risposta dello scrittore non si è fatta attendere, il quale ha così replicato sulla sua pagina Facebook: «Questo striscione campeggia a Napoli abbarbicato sul ponte della Sanità. Questo striscione lo ha messo lì chi odia Napoli. Perché fango non è raccontare, fango è uccidere, spaventare, terrorizzare, togliere speranza e azzerare ogni futuro possibile». Pertanto, è di sapore agrodolce il ritorno di Roberto Saviano a Napoli: città dalle mille contraddizioni, a tratti maledetta, ma che spinge sempre chi la ama a farvi ritorno.
Francesco Laneri
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