Il 14 giugno 2018, partirà ufficialmente il Mondiale di calcio che si disputerà, per la prima volta, in Russia. Molte squadre hanno già staccato il biglietto per Russia 2018, altre stanno ancora, o si accingono a disputare, i temibili Play-off. In ogni caso, l’attesa è altissima e ci si prepara a un inizio d’estate particolarmente turbolento, in positivo ovviamente, sognando di vedere la propria nazionale sollevare la coppa del mondo. Tuttavia, l’inizio potrebbe rivelarsi impetuoso anche per altre motivazioni, una fra tutte, se non la più importante, l’Isis.
L’associazione terroristica più pericolosa al mondo, infatti, ha già da tempo iniziato la sua campagna intimidatoria su social network e piattaforme Web di ogni tipo. A tal proposito, la SITE Intelligence Group, organizzazione americana attiva nel controllo delle pubblicazioni jihadiste su Internet, le monitora costantemente facendo particolare attenzione a ogni singola divulgazione, senza tralasciarne alcuna. E proprio l’ultima, a quanto pare, è piuttosto sconvolgente: raffigura, invero, Lionel Messi dietro le sbarre con un occhio sanguinante, con al seguito lo slogan: «You are fighting a state that does not have failure in its dictionary», ovvero «Voi state combattendo uno Stato che non ha la parola “fallimento” nel suo dizionario».
Le misure di sicurezza per il Mondiale 2018 erano già particolarmente alte da tempo, come dichiarato nel 2016 dal Vice segretario del Consiglio di sicurezza russo, Evgenij Lykyanov, ma adesso sono triplicate e l’allerta è altissima. L’immagine, simbolo dello Stato islamico, del soldato jihadista che impugna un kalashnikov con alle spalle lo stadio di Volgograd (uno di quelli che ospiteranno le partite del campionato), ha fatto sì che l’organizzazione aumentasse ancora di più i controlli sulla rete nel tentativo di stanare qualsivoglia attività, anche e solo, potenzialmente pericolosa. Il terrore non deve frenare il mondo, ma il contrario. O almeno si spera.
Anastasia Gambera
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