È stato lanciato l’ennesimo missile nordcoreano a seguito dell’ennesima provocazione lanciata agli States dal dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un. Non si tratta più solo di propaganda del regime né di minaccia verso l’America di Trump, poiché il missile ha sorvolato i cieli del Giappone provocando la dura reazione del premier nipponico: «Non tollereremo più». È ormai notizia di tutti i giorni il contrasto tra Est ed Ovest che sta rischiando di trasformare l’Estremo Oriente in un pericoloso trampolino di lancio per lo scoppio della Terza Guerra Mondiale.
Purtroppo una notizia altrettanto recente e cruenta, riportata dal settimanale Internazionale, riguarda un altro Paese asiatico, la Birmania, dove ormai da diverso tempo l’esercito del governo si sta macchiando di gravi crimini contro l’umanità. Le vittime sono i rohingya, una minoranza etnica di religione musulmana che subisce continue violenze da parte dei soldati birmani, di religione buddista come il resto della popolazione del Paese. «Lord Buddha avrebbe sicuramente aiutato i rohingya musulmani in fuga», così si è espresso pochi giorni fa il Dalai Lama di fronte ad un’operazione definita dal Commissario dell’ONU di «pulizia etnica».
Secondo i birmani, i rohingya dovrebbero tornare in Bangladesh, da dove sono arrivati nell’800, e attualmente stanno arrivando proprio nel Paese confinante circa 400 mila rifugiati appartenenti a tale minoranza, in fuga da stupri, massacri e uccisioni nei loro stessi villaggi. Di fronte ad una violenza così inaudita anche la Cina, alleato storico della Birmania, ha espresso la propria contrarietà verso il governo birmano di Aung San Suu Kyi, donna simbolo della democrazia e della tutela dei diritti umani. L’assurdità più grande è che questa donna è premio Nobel per la pace!
Ester Sbona
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