Stati Uniti e Russia vogliono mandare “in pensione” la Stazione Spaziale Internazionale. Il progetto iniziale prevedeva, infatti, la sua chiusura nel 2013, ma poi, a gennaio 2014, la NASA comunicò il dietrofront e la decisione di andare avanti fino al 2024, destinando al progetto un budget tra i tre e i quattro miliardi di dollari.
I due Stati leader della ricerca spaziale sembrano sul punto di sotterrare l’ascia di guerra in virtù della grave crisi ucraina, collaborare insieme per la gestione delle attività in orbita e, attraverso un programma a lungo termine, organizzare la fatidica esplorazione umana sul pianeta Marte. Il clima di distensione e di apertura tra i due colossi trova conferme nelle dichiarazioni rilasciate dal direttore generale del Roscosmos (l’agenzia spaziale russa) Igor Komarov, in una conferenza stampa- a cui era presente anche il direttore della NASA Charles Bolden- indetta al cosmodromo di Bajkonur in occasione del lancio della navicella Sojuz. Komarov ha parlato dell’avvenuto accordo con la NASA e, allo stesso tempo, ha aperto agli altri Stati l’opportunità di investire nella ricerca spaziale. Gli entusiasmi sono stati parzialmente smorzati dal tweet pubblicato in data 28 marzo dal vice primo ministro russo Dmitry Rogozin, il quale rimandava la decisione definitiva di Mosca dopo la verifica del confronto Roscosmos-NASA. D’altro canto si attende pure una nota ufficiale da parte statunitense.
Gabriele Mirabella
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