Settecentocinquanta esperti si sono riuniti per elaborare il Global Risk Report 2017, che si sta discutendo in questi giorni durante il World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Sono stati calcolati la probabilità e il potenziale d’impatto di 30 diversi fattori di rischio suddivisi in cinque macro categorie: economico, ambientale, geopolitico, sociale e tecnologico.
Al primo posto in assoluto troviamo le questioni climatiche e ambientali. La maggior preoccupazione viene, infatti, dagli eventi meteorologici estremi, il tutto seguito dalle migrazioni di massa e dai disastri naturali. Nel 2016 Stati Uniti e Cina avevano raggiunto, faticosamente, un accordo globale sulla riduzione dell’impatto ambientale, ma con la vittoria di Donald Trump potrebbe risultare tutto inutile: il neo Presidente eletto si è dichiarato per nulla propenso a investire risorse pubbliche sulle fonti energetiche alternative.
Per quanto riguarda l’ambito economico, le disparità economiche tra “ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri” creeranno il numero più elevato di problemi. I più allarmati sono i membri delle élite di economia, finanza e politica, le quali temono l’ondata di disaffezione verso la governance mondiale, nonché la crisi del capitalismo e della globalizzazione: «Se da un lato l’innovazione tecnologica sta creando soluzioni e portando progresso, dall’altro sta eliminando più posti di lavoro di quanti ne stia creando» afferma Cecilia Reyes, una delle esperte che ha partecipato alla produzione del report. Crisi che potrebbe essere accentuata maggiormente dalla delicata questione geopolitica che si sta delineando: la minaccia di un’Europa populista, già preannunciata dal fenomeno Brexit, che potrebbe palesarsi ancor più concretamente all’indomani delle elezioni politiche di Francia e Germania, le quali si svolgeranno nel 2017. Non è da sottovalutare neppure il possibile ritorno dei conservatori alla guida dell’Iran, Paese che a maggio andrà alle elezioni presidenziali.
“La Quarta Rivoluzione Industriale” si candida ad essere la principale minaccia, invece, per quanto riguarda la sfera tecnologica: la sostituzione del lavoro dell’uomo con quello dei robot creerà forti sfide in ambito lavorativo. Anche i cyber-attacchi e i furti di dati sensibili online preoccupano molto i governi. Entra in classifica, per la prima volta in dodici anni, la minaccia di un attacco terroristico (la quarta fonte di pericolo più probabile) a seguito degli eventi che hanno scombussolato non solo l’Europa, ma il mondo intero. In termini di impatto potenziale, per la prima volta in assoluto domina la graduatoria il pericolo dell’utilizzo di armi di distruzioni di massa.
Cosa ci dovremo aspettare dai prossimi dieci anni? Il rapporto individua cinque possibili soluzioni: rivitalizzare la crescita economica, riconoscere l’importanza di identità e senso di comunità, gestire il cambiamento tecnologico nel mercato del lavoro, proteggere e rafforzare la cooperazione globale e accelerare azioni per gestire i cambiamenti climatici. Cinque obiettivi a lungo termine che richiederanno molta costanza per essere realizzati, soprattutto nel nostro Paese. L’Italia, stretta fra un terremoto, la crisi economica e di governo e l’emergenza immigrazione sembra, appunto, essere l’epicentro di quest’analisi allarmante.
Sara Forni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.