La canzone “Volare” di Rovazzi e Morandi rappresenta alla perfezione distanze e analogie dei due personaggi. Il primo in sole due canzoni ha collezionato circa 250 milioni di views su YouTube: roba che, senza girarci troppo, è difficilmente raggiungibile anche per chi sforna un album all’anno. Non proprio un’artista affermato, ma uno stratega nel saper sfruttare l’onda del momento, con i c.d. haters al seguito a cui proprio non è andato giù questo inaspettato successo. Artista più che affermato, invece, il buon Gianni Morandi (inutile fare una dietrologia sulla sua storia musicale, risulterebbe banale), che però dall’alto dei suoi 72 anni è l’unico grande personaggio social della sua generazione, con una mole di follower imparagonabile a quella del giovane “collega” (più del doppio).
È una sorta di collante sociale, con l’intento di unire un po’ tutti i naviganti del web. Rovazzi non lascia nulla al caso, ma parte dalla stessa base: una canzone orecchiabile dal testo apparentemente (e lo sottolineiamo) banale. Il titolo è volutamente provocatorio, con quel “Volare” che tanto richiama l’intramontabile canzone di Domenico Modugno. Un po’ come dire «Sì, me la sto pure cercando». Proprio per questo la scelta del re della simpatia Gianni Morandi non è casuale, ma anzi, una sorta di sfida: come fai a criticare una canzone in cui è presente una leggenda vivente della canzone Italiana?
Il video parte proprio da questo punto. Un Maccio Capatonda morente (a proposito di persone che non puoi odiare) spiega al giovane cantante il segreto per non essere più odiato: fare un featuring con la persona meno odiabile del mondo. Da qui parte la missione per sequestrare la moglie Anna e costringere Morandi a fare una canzone con lo “sconosciuto” Rovazzi. Prima di parlare del testo in sé, però, concentriamoci sul cast. Anche qui Rovazzi pensa proprio a tutto: Salvatore Esposito, alias Genny Savastano; Angelo Duro e Frank Matano per gli amanti della comicità; l’eterno capitano dell’Inter Zanetti; Anna Dan, la moglie di Morandi; fino a Marco Morrone (Saluta Andonio per gli amici). Insomma ce n’è per tutti i gusti.
Il testo si incentra sui falsi miti che la gente crea per le meteore musicali: «Ho milioni di views ma vivo in un monolocale» messaggio per tutti i detrattori convinti della supervita che Rovazzi condurrebbe ogni singolo giorno. Piccolo dettaglio: il 23enne di Lambrate non è Fedez, non produce una canzone al mese e certo non vivrà male ma non è neanche milionario. Immancabile il passaggio a quel mondo parallelo creato dai già citati social network è ormai un must dei testi rovazziani: «Tutti fanno storie ma solo sul cellulare […] questa grande convinzione che un mi piace può aiutare». Poi si torna sul suo successo di causa di tante critiche: «Sto volando prego non mi disturbare, il problema vero è come atterrare». Che tradotto vorrebbe dire: «mi godo il momento ma devo tenere i piedi per terra».
Nella seconda parte del brano, c’è anche spazio per le assurdità della vita mondana di oggi. «Ma papà non so cosa dirti, non trovo un lavoro che mi piace, ma hai affittato una Ferrari che può solo accompagnare». E la denuncia contro i “figli di papà” o, per usare un termine felice, nei confronti di chi non ha molta voglia di prendersi serie difficoltà, è chiara e limpida.
Ma anche Morandi mette del “suo” in questa canzone. «Ma questi giovani di oggi no, io ti giuro mai li capirò»: parola di chi, 50 anni prima, subiva le stesse critiche delle generazioni più avanzate; proprio come accade al buon Rovazzi e a tutti i suoi coetanei per ogni minimo atteggiamento fuori dal comune. Nel finale del video c’è anche lo spazio per la ciliegina sulla torta, che arriva dalla tanto amata Anna: «Ho organizzato tutto io, stavi sempre a casa su Facebook». E ogni riferimento ai 50enni che postano «Buongiornissimo Kaffèèèè?» e le foto di Garfield che odia il Lunedì, è puramente casuale (ovviamente).
Dopo “Senza Pagare” di J-Ax e Fedez, anche “Volare” dell’impensabile duo si candida a grande nemico dei tormentoni latino-americani “Despacito” e “Subeme la radio”. Sarà un successo? Per adesso, dati alla mano, ad una settimana dall’uscita del video, Rovazzi può vantare già 20 milioni di visualizzazioni. Non male, dirà qualcuno, senza contare però che l’estate non è neanche iniziata e i presupposti per surclassare i già affermati “Andiamo a comandare” e “Tutto molto interessante” ci sono tutti.
Francesco Mascali
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