Paolo Patrizi è un trial biker di Saronno. Grazie alla sua costanza e determinazione è riuscito a raggiungere importanti traguardi, che l’hanno reso sei volte campione di bike trial. Ma Pool non è soltanto questo: infatti, è stato protagonista di diversi programmi televisisi, e noi di Voci di città abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per saperne molte di più.
Bello, simpatico, un po’ piacione e pure sei volte campione di bike trial. A quanto pare, a Paolo Patrizi, detto Pool, non manca proprio nulla e sicuramente moltissime sue fan saranno curiose di sapere qualcosa di più su di lui. Classe ’89, Paolo ha scoperto il grande amore per la bicicletta, che è riuscita a cambiarlo facendolo diventare una persona migliore, e non solo dal punto di vista sportivo. In passato, non ha solo fatto competizioni sportive, ma ha anche partecipato a diversi talent show televisivi, come Ninja Warriors e Italia ‘s got talent, che l’hanno reso noto anche al grande pubblico. Inoltre, ha fatto parte del cast del famoso cooking show dedicato alle competizioni di pasticceria, Bake Off Italia, in onda tutti i venerdì su Real Time.
In quest’ultima esperienza televisiva, le cose per Pool non sono andate per il verso giusto, ma nonostante ciò, da bravo sportivo ha accettato la sconfitta ed è tornato alla sua vita di sempre: andare in giro per l’Italia a stupire grandi e piccini con le sue avvincenti performance in bicicletta. Ma quando tornerà sul piccolo schermo? Questa è una delle tante cose che ancora non sappiamo di lui e che per scoprirlo, noi di Voci di città gli abbiamo chiesto. Ecco quello che ci ha raccontato.
In quest’ultima esperienza televisiva, le cose per Pool non sono andate per il verso giusto, ma nonostante ciò, da bravo sportivo ha accettato la sconfitta ed è tornato alla sua vita di sempre: andare in giro per l’Italia a stupire grandi e piccini con le sue avvincenti performance in bicicletta. Ma quando tornerà sul piccolo schermo? Questa è una delle tante cose che ancora non sappiamo di lui e che per scoprirlo, noi di Voci di città gli abbiamo chiesto. Ecco quello che ci ha raccontato.
Ciao Pool. Complimenti, sappiamo che sei sei volte campione di bike trial: che effetto ti fa ricevere, di già, così tante soddisfazioni nella tua carriera sportiva?
«Eh si, soddisfazioni tutta la vita direi! Comunque, sono state delle vere gratificazioni, perché tutto quello che ho fatto mi ha portato ad avere sei titoli italiani nella disciplina del bike trial, lo stesso che mi ha poi condotto alla mia attività lavorativa. Tramite quest’ultima ho creato il mio team, che si chiama Showtime, e il quale, principalmente, mi porta in giro per l’Italia a fare spettacoli».
Potresti svelarci quante volte ti alleni al giorno?
«A differenza di altre discipline, quella che faccio io non richiede moltissime ore di allenamento perché il corpo ha bisogno più che altro di tanti allenamenti nel corso della settimana, quindi sette su sette, sei su sette o anche cinque su sette giorni, con la differenza che ognuno dura un’ora e mezza o due al massimo. In realtà, possono durare anche di più, ma questo potrebbe precludere poi l’allenamento del giorno dopo. Quindi, è molto meglio allenarsi per poco tempo ma tante volte durante la settimana».
Sappiamo che hai collaborato con un noto biker, Vittorio Brumotti. Potresti raccontarci come è stato lavorare assieme a lui?
«Ho fatto 4 anni e mezzo assieme a lui, con il quale ho girato tutta l’Italia per fare quarantasette o quarantasei spettacoli e lo conosco dal 2004. Difatti, la prima bicicletta l’ho presa da lui e da lì c’ha poi pensato mio padre a seguirmi per via delle moto da trial, insegnandomi la maggior parte delle cose riguardanti questa disciplina».
Hai rilasciato anche qualche intervista dove dicevi che lo sport ti ha aiutato a diventare una persona migliore. In che senso?
«Ero un ragazzo molto chiuso e davvero timido. Grazie a questa disciplina, sono diventato un po’ più estroverso e bravo nel capire un po’ come funziona e gira il mondo».
Come hai capito che da grande avresti intrapreso la carriera da biker professionista?
«Semplicemente, ho compreso che era la mia necessità poiché ho sempre avuto il terrore e la fobia di rimanere incastrato o chiuso fra quattro pareti di un ufficio. Quindi, pensare al fatto di trascorrere tutti i giorni tante ore nello stesso luogo, con lo stesso rumore e con le stesse persone, mi ha indotto a rimanere nel mio settore sportivo, che è quello della bicicletta. Come ho detto prima, ho costruito il mio team per girare l’Italia. Insomma, preferisco essere un tipo molto wild!».
Sappiamo che fai parte di Damove, un gruppo il quale si occupa di diverse discipline e vari spettacoli in varie città italiane. Come sei riuscito ad unirti a loro?
«È nata tantissimi anni fa come collaborazione, ed è stata un’occasione eccezionale dal punto di vista delle varie discipline. Da due anni circa sono parte integrante di questo team e adesso sono molto più abile rispetto ad altri precedenti atleti di bike trial, con la possibilità di usufruire del servizio delle strutture in metallo fatte apposta per rappresentare in modo artificiale gli ostacoli sui quali devo salire per fare le dimostrazioni».
Hai partecipato anche a dei talent televisivo, Italia’s got talent e Ninja warriors. Che cosa ti hanno lasciato queste esperienze? Le rifaresti?
«Ovviamente, queste esperienze mi hanno fatto capire che il mondo della televisione è molto meglio evitarlo. Il pro è che una proposta televisiva ti porta a un buon nome e a una buona immagine, il contro è che passare da quello figo al ridicolo è una linea sottile. Tuttavia, la tv mi ha portato molta più notorietà del previsto, e nel momento in cui faccio una disciplina così estrema come quella del bike trial, la gente mi riconosce più facilmente».
Parlando delle tue esperienze televisive, hai fatto parte del cast di Bake off Italia, un talent dedicato alla pasticceria. Come mai questa scelta? Che cosa ti appassiona di questo settore?
«Ho scelto di partecipare a quel programma perché ho avuto la fortuna di fare una scuola alberghiera di pasticceria. Inoltre, l’insegnante era il nuovo rappresentate di Bake off Italia. Lui mi ha informato del fatto che la stagione 2017 avrebbe subito una modifica di format, in quanto avevano bisogno di personaggi un po’ più particolari, e hanno pensato a me. Così ho dovuto fare casting, iscrizioni e tanto altro per arrivare poi ad essere uno dei partecipanti. Diciamo che questa proposta è stata più un consiglio: inizialmente, infatti, era una cosa che non mi interessava dal momento che la pasticceria e il trial bike non c’entrano nulla fra loro, ma tramite un nuovo progetto ho pensato di unire le due cose».
Quindi non hai nessun progetto riguardo la televisione…
«No, nessuno. Nondimeno, qualcuno mi aveva proposto di andare a Temptation Island, ma mi è sembrata una stupidaggine. E la gente, inoltre, non sa che per il Gf, essendoci cinque o sei eliminatorie, nel 2011 ero arrivato alla quarta eliminatoria su cinque, anche se alla fine ho poi rifiutato poiché dovevo fare spettacoli, gare eccetera. Per di più, quattro mesi fa mi hanno chiamato anche per Take me out, ma non ho accettato per svariati impegni. In breve, posso dire che andare in televisione per far crescere la propria l’immagine, serve, ma bisogna farlo con le dovute precauzioni».
Katia Di Luna
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